lunedì 22 dicembre 2008

vorrei fermare il tempo per regalarmi un minuto.

sabato 20 dicembre 2008

e se non avessi una memoria a lungo termine emotivo-esperenziale?

non risalgo a come furono possibili certe cose di me.

lunedì 15 dicembre 2008

Oh baby don't you know I suffer?
Oh baby can't you hear me moan?
You caught me under false pretences
How long before you let me go?
non sopporto tutta questa pioggia, fa scivolare via i miei pensieri privi di senso.
sono delusa.
sono talvolta sorpresa da quanto banali siano le persone che mi aspetto mi possano stupire.
sono un groviglio di pensieri casuali che si incontrano solo perchè saltano l'uno contro l'altro per farsi male.
mi rendo conto di avere dei tratti particolarmente tendenti al borderline, o forse narcisistici in modo simpaticamente eccessivo.
sta di fatto che per una volta non riesco a prendere ed andare e sto lì con la mia ribollita di rabbia ad aspettare di non fare minchiate.
sono un demente che cerca di mostrarsi superiore.
sono una patologia che cerca di raggirare le cure, o forse sono un paziente che fa finta di prendere le pillole perchè la voce nella sua testa grida al complotto.
non sento voci e non prendo pillole.
non sono poi più di tanto demente.
e allora cosa mi rende quello che sono?
follia.
forse anni anni anni fa mi avrebbero messa su un bel rogo.
sarebbe stato senza dubbio indimenticabile. per me che ho problemi di memoria poi.
sto smussando angoli oggi.
con la carta vetrata.

martedì 9 dicembre 2008

fa strano pensare che no, non ci sono motivi per spiegare i miei pensieri.
fa strano pensare che mi sento come se riuscissi ad astrarmi da me per poi rientrare in me e prendermi a sberle senza sentire però nessun male, nessun minimo lieve dolore per poi quindi dirmi non è che faccio cose giuste o sbagliate ma non sento.

leggo vecchie parti di me, mi analizzo nei minimi dettagli e non riesco a capire se il fatto di stare bene lo devo ad un'analisi superficiale o ad una drastica modificazione comportamentale.
non riesco a intendermi cinica ma lo sono.
non posso vedermi asettica ma mi ci sento.

non riesco a intendere quello che fu, in ogni minima epoca di me, perchè mi sembra tutto una sorta di collage di cartoline da collezione che ho portato a casa da posti lontani.
un insieme di mie fotografie di tanti momenti che però sono stati e stanno dove devono senza che io voglia sistemarle oggi altrove.

come se anche quelle di oggi saranno foto che finiranno appese prima o poi ma che capita di guardare e di non sentirle come quando invece ti batteva il cuore mentre cercavi di catturarne l'essenza.

e non è nemmeno brutto, mi sembra solo che è l'unica via che sia così, senza possibilità di trattenere l'intrattenibile perchè in fondo i ricordi sono tali se non sono più presenti e quando un presente è già un poì sbiadito sai già che è un ricordo.
forse sono io che non funziono, per quanto riguarda questo metodo di archiviazione del presente ancor prima che diventi passato ma tutto sommato basta che io consapevolizzi che sono così.

mi piaccio, ultimamente capita anche che mi sorrida allo specchio e che mi coinvolga in lunghi dialoghi sul tutto.
non voglio che questo essere me diventi una possibile immagine sbiadita, non voglio archiviarmi, non questa volta.

voglio stare.

e voglio tenere quello che mi fa stare. almeno ci si prova.

giovedì 4 dicembre 2008

quando la felicità si sente la mattina.

anche se non so se poi lo è.
c'è una condizione di perenne insoddisfazione che mi porterà sempre a vagare errante nel mio nonsense di tutti i giorni.
c'è che salgo saltellante sulla bilancia che cazzo dice sempre lo stesso numero (sarà anche che mangio sempre le stesse cose e non muovo il culo).
sarà che mi sento come se fossi in uno stato di torpore assonnato dal quale si dai prima o poi si esce e decido come realizzare quello che voglio (in fondo è inverno anche se poi a ben guardare sto già realizzando pian piano più di quello che avevo casualmente in testa).
ci sono cose che caspita no sono capitate senza che io mi potessi girare per dire oh mi state toccando?


non so.

non mi piace lamentarmi e di fatto non mi lamento però boh.
mi sento come la puzzola di bambi in letargo.
ronf.

ma perchè?

cos'è questo appiattimento emotivo di fondo?
cos'è questo non stupirsi delle persone?

evidentemente mi piace non considerare gli altri come elementi rilevanti nella mia (in)stabilità emotiva. ma così facendo perdono la valenza di variabile e non risultano più conteggiabili nel mio tirar le somme della mia sfera emozionale.
sono sempre e solo io (pure con difficoltà) che mi faccio provare qualcosa.
è come se fossi particolarmente arida, ma non in negativo.
semplicemente trovo che la banalità non mi possa toccare e di conseguenza non possa buttare giù qualcosa che non crede particolarmente nella sua efficacia.
sono un cane che si morde la coda.
non credo quindi non dubito ma se non dubito non mi affosso in esistenziali paranoie adolescenziali che quantomeno mi facevano provare qualcosa.
evidentemente questa è una paranoia inutile, altamente pirla, e tendenzialmente post adolescenziale ma

è mia.

quindi come dai dati sopra riportati, nulla di nuovo, io posso sconvolgermi.


per onestà intellettuale, nemmeno questa mi tange.


c'est la vie.

martedì 2 dicembre 2008


credo di aver raggiunto un precario ma piacevolissimo equilibrio.
non mi farò buttare giù da nessuno. solo da me stessa, come sempre. ma per ora mi sono bloccata.
ho bisogno di stare su, fino a che non mettono una rete sotto.
farsi male ogni volta, non è più il caso.
Sarà come stare a letto
mentre fuori è freddo e piove
Come togliersi le scarpe
dopo un giorno di gran sole
Come correre nudo fin dove non c'è più città
o cantare speranza
ad una stella che cadrà
Sarà come dare il voto a un uomo
o a un ideale
senza più dolore
Come rapinare banche
dicendo solo "per favore"
Succederà...
solo se facciamo uscire
dalla nostra vita fascio e avidità
Sarà come mettere dei fiori
nelle teste rasate
Come incontrare un uomo,
un elfo, delle fate
Succederà...
solo se facciamo entrare
le prime voci del mattino
che ora
può arrivare



venerdì 28 novembre 2008

dai ma che neve c'è?
non si vive.

martedì 25 novembre 2008

oggi mi sento la febbre.

stupido inverno.

domenica 23 novembre 2008


bisogna godersi tutto, soprattutto le piccole cose.


probabilmente per questo non mi angoscia più l'infelicità o l'attesa della felicità o la fine dell'effimero benessere. tutto gira, anche le palle.

tutto gira, come la ruota.

ta ta ta ta cento.


sto bene, prima o poi facciamo jackpot.


probabilmente l'adrenalina mi dà problematiche relative al gioco d'azzardo ma non ancora a livelli diagnostici da dsm V. dai in fondo oggi è soleggiato, sono sul balcone e guardo che non c'è in giro nessuno.


sovrappopolati e isolati. non c'è posto per nessuno e riusciamo a stare soli, per poi sentirci telematicamente meno single e fisicamente non oppressi.

questo mondo farà anche schifo in quanto a mantenimento positivo di relazioni sociali ma tecnicamente non è poi così lontano dalle mie patologiche modalità di interazione.


ti voglio ho bisogno ma stai lì.

che a pressarmi ci vuole un attimo.


sono la classica utente media.

o la classica persona media.

che poi in realtà non lo è nessuno, quindi ricado come una pera nel cutoff del critico.

malata dall'esser me stessa.


piacevole.

oggi ho il naso freddo.

e le mani gelate.


ma in fondo non si può voler tutto.

per una volta che non ho problemi nella neurotrasmissione non chiediamo altro. ipotalamo thank you.

però my dear brain, se mandi una scarichetta di caldo agli estremi te ne sarei grata.

mercoledì 19 novembre 2008

sto facendo tutto quello che è in mio poter, eppur non s'ode soddisfazione nel profondo dell'animo.

quell'aura di globale insoddisfazione nonostante continui a metter sempre più carne al fuoco.

quel saper di rischiare di far diventare brace tutte queste costine.


lavoro ok. bellissimo.

master boh, sto aspettando notizie e chissà.

mondo ok, vedo gente, faccio cose.


effimera soddisfazione di un minuto nel quale mi dico eih bella anticonvenzionale ci stiamo divertendo che già è diventato banale clichè modus operandi già visto.


mi sono vista ritornare sui banchi di scuola, ho pensato di iscrivermi a qualche corso.

ma a parte la domanda come quando con che soldi che sono poi tre domande, mi ponevo la domanda principale del perchè non mi basto mai?


sono una sanguisuga con me stessa, mi occupo giorni ore minuti secondi nel fare mille cose, come se non si dovesse smettere mai, e se non smetti mai non sei mai stanca e se non sei mai stanca puoi fare anche altro.


ma la soddisfazione quando arriva?


ai trenta?

dio manca ancora un sacco.


chi mi rapisce?

voglio un weekend di foto, silenzi e.



datemi motivazioni vere.

che le soddisfazioni dovrebbero arrivare, maybe.

o almeno ci avrei provato.

domenica 16 novembre 2008

andare a ballare al leoncavallo la drummmandbaissse come i teen, versarmi chupiti in testa, saltellare, tornare a casa all'alba con gli uccellini che fringuelllllano dopo un panino alla salamella. e oggi stare in coma sul divano.


niente di nuovo.
avrò sempre quindici anni. un bene.
una condanna.

giovedì 13 novembre 2008

sono felice.

stamattina mi sono svegliata e sono felice.
non capitava da un po'.


niente.
era solo per dire.

lunedì 10 novembre 2008

non sento freddo. non sento caldo.
non sento.

corro affannata senza respiro per capire vorticosamente cosa sto per fare.
cazzo è un passo.
cazzo se lo faccio è un salto.

e se mi tenessero?
io lo voglio questo salto. oh si.

mi si apre un cielo sereno dopo il temporale.
anna è la mia risorsa per tutto, di sorrisi, di momenti, di felicità.

è anna.

che poi ho mille altri pensieri ma sto seguendo solo me stessa.
io sono felice, io sorrido, io voglio il master.

mi spiace, mi sento in colpa se il mondo sta male, se sembra che, come uno spalaneve vago inconsistentemente a fare razzia sui cuori altrui.

io sto solo seminando il mio futuro. e ci vedo me.

non posso più mentirmi se acclamo l'esigenza di amarmi. e non voglio più certe cose, non mi sento più altre cose.
eliminami, ma è solo la scelta più semplice.

ti ho voluto bene, te ne voglio, ti ho amato. ma amo anche elena. e lei ora ha bisogno di me.
il mondo gira intorno a me, lo dice anche la vodafone.

preferisco non mentire. o forse, non sarei in grado di farlo.

sabato 8 novembre 2008

si vabbè ho dei capelli che what a orrible hairstyle.

per il resto si prosegue su un binario casuale.
ma cazzo, ora l'idea del master?

faccio quello e rimando la scuola?
urge colloquio con anna.

venerdì 7 novembre 2008

suora o cocainomane. od entrambe.

io ho una memoria particolarmente fallimentare, punto sveglie, faccio foto, scrivo post it, rimuovo tanto.

mi chiedo perchè.

e poi ricordo minchiate colossali tipo che a 16 anni ascoltavo il lunapop tornando da cuba mentre tenevo nella mano il fidanzatino di allora sull'aereo.
o tipo che cristian l. in prima liceo chiamò charlie il calorifero.

non ho ricordi poi su cose importanti.

ma non voglio pensarci. sono in decisione scuola di specialità ma non so dove troverò quella valanga di soldi. sotto i funghi? sotto i cavoli?

vendendo funghi e cavoli che avrò raccolto nel mentre della ricerca di denaro?
effettivamente mi pongo domande di un certo livello che domani avrò dimenticato.
devo rinnovare la carta d'identità cosa che ovviamente mi lascia basita.


fototessere, l'incubo dei tempi moderni. cmq farai in modo di venire fuori con un volto che ogni persona che la vedrà non ti possa prendere per il culo, risulterai cmq o con una faccetta da neocatecumenale pre clausura oratoriale per l'avvento o da tossica probabilmente spacciatrice.

a me ultimamente esce la seconda.


forse ho trovato il modo per pagarmi la scuola.


(testando farmaci, ovviamente).

mercoledì 5 novembre 2008


oggi mi manca anche raf. oggi piove.


oggi se qualcuno mi indicasse la luna la guarderei e non mi soffermerei sul dito. anche se di solito osservo le mani.

oggi mi sento bene.


anche se, sta pioggia rovina qualsiasi mia idea di gita.


dovremo avvisare il toso che non riusciremo a vederlo nemmeno questa volta. deve essere destino (o punizione divina) che io resti lontana da venezia.
let's work.


lunedì 3 novembre 2008

ho pensato che vorrei un cane. che mi porterei a casa un altro cane. mi porterei a casa oliver.
ma lo vorrei in camera.

ho fatto i compiti con mio cugino e mi sono dilettata a spiegargli musica.
dopo mi ha illuminato lui su qualche minchia di editto bizantino.
dio mio, la storia nella mia mente ha dei buchi enormi.

i miei neuroni hanno smesso di giuocare alla giuostra medievale e, messe via le alabarde ora danzano e cantano ubriachi mangiando cinghiale (trasmutazione probabile della pasta al forno che c'era per cena).

mi sento le mani fredde, mi sento i pensieri rallentati.

oggi leggo cose, sono andata dal dentista.
mi sono messa come una pirla a oreno seduta su una panchina bagnata, a fumare una sigaretta osservando il mio cellulare, spento per terra.

volevo saltarci sopra.

tanto non ho nemmeno soldi dentro.

ho pensato vorticosamente che quando piove guardo in alto e apro la bocca. devo essere o quantomeno sembrare molto sciocca.
ma stupido è chi lo stupido fa.

forse nella vita non si è stupidi. si fanno gli stupidi. si fanno stupidate ma se nel mentre non sembrava una stupidata non è una cosa da stupidi e quando concretizzi che lo era non sei più il pensante non pensante agente che compì una stupidata ma solo l'evoluzione consequenziale della stronzata che non avrebbe potuto trarre tale conclusione se non a stronzata avvenuta e quindi impossibilmente esistente in caso di non attuazione della stessa.

in pratica, il mondo continuerà a girare.

o magari prima o poi smette.
saltiamo tutti insieme nello stesso senso e facciamolo ripartire.

anna è tornata al lavoro. è stato bellissimo vederla :)
primo giorno di consapevolezza.
agli occhi fu nausea.

mi sono imposta di pensare ai perchè, che ieri sembravano così chiari, e non li trovo.
mi sembra assurdo, mi sembra di vivere nella nebbia.

oggi non penso, effettivamente la costante del pensiero è inversamente proporzionale al benessere.
la maggior parte dei pensanti arguti pensatori quando scopriva qualcosa si buttava nella spirale depressivo suicidaria. a parte comte credo. ma lui era un positivista.

che poi anche lì.

ho sempre pensato a leopardi quando mi sentivo così. e pensare che per lui era una costante. porello. chi gliel'ha fatto fare. però vabbè, sto divagando.

mi verrà la gobba come la sua?

basta, stanno già tornando le soluzioni palliative.
che non sono abuso di sostanze pesanti e di alcool.

semplicemente andiamo al lavoro.
che quello mi aspetta.


mi manchi, ma è normale sia così.
ti voglio bene.

ma ora elenina deve camminare da sola.
per la nausea mi attaccherò un sacchettino di carta davanti.

domenica 2 novembre 2008

fa un fottuto male. mi sembra mi sia passato sopra un trattore.
mi voglio sentire morire più di così.

non era questo il mio sogno, non volevo trovarmi per l'ennesima volta ad arrancare contro me stessa nel dolore.
non volevo sapere di poterti perdere.
non credevo potesse succedere.
e ancora non mi sembra perchè torno a casa e quelle cazzo di foto sono ovunque.

ho strappato, urlato, pianto.

ho corso da una parte all'altra della stanza cercando gli spigoli per fendermi l'anima.
il male è in ognuno di noi. e in me più che mai.
sento stanco il sangue delle mie ferite colare come da una clessidra come non ci fosse modo di metterci un tappo.

era l'unica via. l'unico modo per riprendere in mano me,
dovevo dirti basta.
dovevo dirti stop.
ma ogni pensiero porta a quello che è stato, ogni cosa riprende a tessere su un cazzo di dipinto non finito.
non ci sono soluzioni se non questa, per ora. perchè io ero tirata trasandata liquefatta senza spina dorsale strisciante.

ora posso solo cercare di risalire dall'apnea e respirare. fa un male boia ma devo.
punto.

scusami.
perchè l'amore non dovrebbe fare così male.

ma elena non ce la faceva più. quando stai soffocando devi solo cercare di salvarti.

che schifo.

sabato 1 novembre 2008

sono un mostro. un vorace e verace mostro senza senso.
un mostro inconsapevole di esserlo, come quei mostri che vedi in tv e dicono ma mica lo sapevo di essere un mostro. io forse lo sapevo, ma non credevo di poterlo essere forse così tanto.
sono un mostro e strappo pezzi miei e di altri per fare un calderone casuale di sentimenti incomprensibili per bere tutto insieme a mò di pozione e dirmi che poi non è male.
sono un mostro perchè faccio male a chi voglio bene e faccio peggio a chi non conosco, sono un mostro perchè non credo di avere logica in tutto questo.

giovedì 30 ottobre 2008

rinforzo positivamente i miei esiti di traumi psicologici per rendermi conto che quello che sono non è un prodotto del livello interazionale ma una scelta ponderata su quello che tecnicamente vorrei poter essere.che poi anche i desideri e le aspettative mutano in maniera credo impercettibilmente infinitesimale dandomi quindi la parvenza di aver chiarezza nel cambiamento e non facendomi rendere conto che la modifica non è che un'erosione graduale del sistema Me. che poi erosione è sinonimo di smussamento di pietre e livellamento quindi ponendomi come presenza granitica mi smusso ma perdo pezzi che scivolano a favore di una maggiore rotondità non fisica ma mentale.ma a cosa porta tutto ciò?a parte al blatericcio senza senso che però io capisco non trovo idee che mi servano nella relazione duale (esiste duale, mi piace) ma in tutto questo mal che vada terrò un comizio sulla mia non empatia motivazionale nei confronti del nessuno ipotetico mostro vivente sotto il mio calorifero. ok basta esco.
che anche il mostro è a fare l'aperitivo e quindi non ho una conferma sperimentale alla mia ipotesi.

martedì 28 ottobre 2008

mi rendo conto.

che non è facile.
non è facile non sentirti.
non è facile decidere dall'oggi al domani che no, non ti posso scrivere.
non lo è perchè non è naturale.
ma so che scriverei più per egoismo. e già lo sono abbastanza in questo periodo. ti scriverei per dirti che piango che mi strappo i capelli, che rileggo vecchie lettere, che riguardo foto.
e che non riesco, nonostante tutto questo a sentirmi quello che ero, quello che eravamo.
mi sento sterile, priva di scopi. mi accendo, zac, otto ore più due eventuali di lavoro e poi mi spengo.
triste sconsolata cerco di capire cosa mi ha portato a questo e non ne ho risposte certe. non so cosa pensare, non so cosa dire.
vedo me nel mio letto vuoto per tutta la vita e so che non c'è niente che non va, so che non c'era niente che non andava e so quanto male ti faccio ora, coi miei dubbi, col mio buttiamoci senza paracadute verso morte certa.
piango tutte le notti per il soffrire che ti regalo gratuitamente, senza che tu mi abbia mai imposto niente.
e so che non cavo un ragno dal buco.
a parte dell'acne adolescenziale che non ho mai avuto nella vita e che negli ultimi giorni mi assedia oltre agli altri eventi psicosomatici che il mio corpo esprime con disagi fittizi anti pensiero.
in tutto questo però credo che la mia solitudine sia il meno peggio di tutto quello che mi sta accadendo. e riallaccio rapporti con me stessa.

che mi odi metà mondo è palese. mi odierà presto anche la metà che mi ama. faccio solo casini.

(che poi oggi sto bene. ho visto anna.)

sentirsi lombrico

tutto questo scavare porta ad una simbiosi con quei piccoli vermicelli orribilmente poco glamour (causa nudità e poca pudicizia) che si intrufolano nel terriccio e scavano scavano scavano ma per cosa poi.

solo che probabilmente io posseggo decisamente meno utilità sociale, chiaro, palese, lampante.

ovvio che non sto bene; logico che la mattina mi svegli e mi venga da scrivere uno/infiniti messaggi che non devo scrivere. ma questa è anche questione di affetto e abitudine. mentre nei confronti di me stessa forse non ho ancora capito quali sono le abitudini.
dovrei dirmi che mi voglio bene, al posto di continuare a farmi male.

ma in fondo masochista lo sono sempre stata, non è che ci puoi fare niente. è come nascere moro. puoi tingerti di biondo ma tempo zero la ricrescita si vede e le sopracciglia ti fanno mostrare per quello che sei. un cazzuto personaggio coi capelli neri.

quindi io non sono semplicemente mora, ma anche masochista. e posso nasconderlo con la mia aurea di buonismo dell'aiutiamo il popolo presto volontariato ospedale amici accorro sempre io ma in fondo mi piace potermi fare del male sovraccaricando il sistema fino a sentirmi tirata da una parte all'altra del mondo priva di senso mentre mi rendo conto che il mio intestino non è più piegaticcio ma è del tutto stirato per permettere la mia compresenza in due luoghi leggi ubiquità.

non sono gesù cristo. quantomeno forse dovrebbe entrarmi in testa, che tutte ste manie di onnipotenza mi fanno realmente pensare che io possa redimere i peccati del mondo.
devo invece redimermi io, per le mie di minchiate.

il mio stomaco da dentro tira pugni del tipo "hai rotto lievemente i coglioni".
la nausea fa urlare al mio cervello "si ma oh, adesso basta".
i miei neuroni sono fottuti causa danno generale da tilt di tutte le pompe sodio-potassio.

non ci sono che un mucchietto di cose di me che assemblate fanno una me casuale che si sposta.
io non sono questo, io sono il sistema che non deve più essere in tilt. e nella sfiga sono anche l'operaio specializzato alla sistemazione.
ma nessuno deve giocarci ora. nessuno deve usare.

sono in manutenzione.

e l'idea mi nausea.
ma se non mi aggiusto finisco dritta in discarica.

domenica 26 ottobre 2008

mi sto dedicando un po' di tempo, mi sento tranquilla. mi sveglio la mattina e mi sento come ovattata tra i pensieri. mi sento che il negativo scivola via. mi sento come se ci fosse il sole.

cammino con oliver tra i campi e sento che mi piace, che ci possiamo sedere in un prato, guardarci.
mi piace camminare con lui, è un cane che mi ascolta. che poi di solito tutti ascoltano ma lui ha quegli occhi un po' tristi, un po' velati che in questo periodo sento un po' miei. e lo accarezzo sussurrandogli che capita di essere tristi ma che prima o poi passa.

perchè oggi finalmente, dopo mesi sono andata a passeggiare al parco di monza. ed erano mesi che volevo regalarmi un pomeriggio li.
erano mesi che volevo fare un giro.
mesi che mi andava di sentire il rumore delle foglie, vedere lo scrittore, annusare l'odore della nebbietta sul prato.

camminavo con il sole tra i capelli, parlando in tranquillità, pensando senza mettere necessariamente i neuroni in guerra tra loro. niente bombe psicologiche su me stessa, niente bombardamenti all'encefalo.

oggi erano veri sorrisi. e mi piace.
mi riabbraccio la mattina.

è da tanto che non succedeva.

martedì 21 ottobre 2008

le zanzare non muoiono mai?

ho bisogno che crepino tutte. non dormo la notte, non riposo. non vivo.
di giorno mi sento uno zombie in camice bianco che risponde agli ordini come automatismi necessari a non collassare in un buco nero di brutti pensieri. c'era un tempo in cui mi sentivo felice la mattina.

per questa settimana i pensieri sono solo inerenti ai dilemmi esistenziali del post adolescenza sul dove come quando perchè cosa farò nella vita ma in fondo anche fa niente non possiamo pensare a tutto.
non è che le cose sono cambiate. sono cambiata un pochino io in un pochino di cose cambiate.
è stato una di quelle cose tipo tre alla terza. che sembra solo un 3 su un 3 ma in realtà calcolato viene fuori un casino.
non è mica il caso di scherzarci, con le potenze.

sta di fatto che ci sono le zanzare in camera mia.
è giunto il momento che le uccida da sola.

che stia un po' qui, sul balcone, come oggi, seduta per terra da sola, con una sigaretta in mano, con lo sguardo perso nel vuoto, a dare nomi a nuvole a forma di elefante.

senza pensieri, perchè quando ne hai tanti durante la giornata la sera vuoi solo non dover pensare a nessuno.
e mi sento cattiva, e mi sento come se non fosse un mio diritto.

ma me lo devo, perchè da dentro sento qualcuno che me lo reclama a gran voce, questo momento tutto mio.

sarà difficile.

giovedì 16 ottobre 2008

massacro i miei ultimi neuroni in una danza a spigoli senza cercare di fermare il male che possono farsi.


perchè vietarsi il dolore quando questo può insegnare?


perchè credere di toccare il fondo quando ti rendi conto che sei in caduta libera e in questo cerchi di afferrare con le mani i bordi del pozzo sfracassandoti i polsi?


frantumare certezze è sempre stato un mio hobby. stufarmi degli hobby è mia attitudine. eppure di quello non riesco mai a farne a meno.


sono un mostro colorato con il camice da salva bambini quando ogni tanto dovrei salvare qualche pezzetto di me.

oggi però mi sentivo capita da un'autistica.


il che dice tecnicamente tutto.


che vita.


magari domani c'è il sole.

ma visto il tempo di questi giorni spero nella pioggia, magari lava via un po' tutto.



mi mancano un sacco di cose. è come quando perdi i pezzi del puzzle e li cerchi sotto il letto.

dove sono finiti?

eppure. in tutto questo, sorrido.

sono pazza.

venerdì 10 ottobre 2008

senza consapevolezza.
cado.
nel niente nel tutto.

ascolto canzoni pirla.


pensieri.
nuvole.
sole.

come la bimba che ero sorrido.
me lo devo.

ma capire, questo forse non è ancora il tempo.

però sorrido, perchè mi capisco, qualche volte. meglio di ieri, meglio di niente.

martedì 7 ottobre 2008

l'ovetto delle winx.


punto.

che poi anche la canzone non era male.
oh my gosh, sono un mix tra turke e cox.


scrubs insegna, sempre.
se dovessi diventare bob kelso allora ditelo.

giovedì 2 ottobre 2008

a parte che a 25 anni (quasimamenesentodiciottoquindishhh) non posso avere ancora l'apparecchio.
per dire.

a parte che a 25 anni (.....) dopo anni di apparecchio lo perdo ancora nel letto la notte.
e cmq di notte basta zanzare please.
se questa è la punizione allora non ci sto.

sonno sonno sonno sonno sonno sonno sonno.
oggi vado, cioè andrei, cioè tra poco probabilmente finalmente letto.
niente ana cabana a urlarmi inspira espira per un po' di sano autentico pilates da dvd ma insomma, un libricino e tanti saluti.

niente zanze.
voglio parlare ggggiovane.
come quando scrivevo sulla smemo.
che per dire, le ho tirate fuori ieri.

ho riso.
ero un esemplare da tabboz simulator.
sono gioie non indifferenti.

e si che non ero nessuno.

ora che sono dio devo convincere qualcuno a scrivere la mia bibbia e a fare qualche simpatica guerra per me.

aspè, telepatia mode on.

questo messaggio si autodistruggerà se comincerete a fare cose idiote nel mio nome.
io non mi immolerò per i peccati di nessuno, sia ben chiaro dalla genesi.
perchè ti rendi conto che è mattina è stai scrivendo a caso su un blog che leggono si e no due persone oltre a te?
perchè sappiamo entrambe che scrivi per il piacere si sillabare?
perchè non è normale che ti sei svegliata dicendoti proverbi sul tempo per poi valutarne l'incoerenza?
chi ha tempo non aspetti tempo ma diamo tempo al tempo.

continui a tergiversare e la tua vita prosegue dove l'hai incanalata.
brava.
diagnosticati il narcisismo, almeno sai che hai.

ma io sono narcisista.

e quindi?

niente, volevo sgridarmi (ti) per qualcosa ma non ci riesco.
al posto.

per stavolta niente voto ma la prossima eh.


che poi insomma, tic tac.

martedì 30 settembre 2008

è sempre più difficile sapere cosa significa essere felici.

ho perso un altro kg.
dovrei essere felice?
lo sono.
ma non mi importa.

vorrei solo sentirmi galleggiare sull'acqua con le orecchie sotto e non sentire che rumori a caso del fuori.

sono felice?

si, vado in ospedale anche oggi.

ma si può ridurre la felicità a questo?
domande domande domande.

giovedì 25 settembre 2008

sentiti il cuore bom bom booom batte a mille dall'adrenalina, caffè la mattina quando ti svegli e sai che sei felice perchè esci per fare quello che ti piace e non capita spesso che quello che fai ti piace tanto.
quando trovi le cose che vanno come dovrebbero senza bisogno di spingerle un po'. quando sei felice e al risveglio sai che qualcunque cosa accada va bene.
non tutto ma almeno tanto potrebbe semplicemente non scalfirti per qualche volta perlomeno.

ci sono momenti come questo nei quali mi sento semplicemente oblativa o contemplativa. o soddisfatta di una vita pantagruelica e gargantuesca che quasi ti si ferma il cuore.
paradossale che ci sia sempre il cuore di mezzo.
o va in tachicardia o si ferma, un continuum di felicità.
quindi si dovrebbe finire bene.

io sorrido la mattina.
perchè come dice irene grandi "credo che svegliarsi la mattina sia una cosa eccezionale..."

delirio, di vita vissuta priva di senso, un flusso di coscienza stream of consciussness alla lucky che però infatti lui non attende godod è solo un piccolo schiavo ma in fondo gli va bene così.
dovrei andare in giro col guinzaglio quindi anche perchè sarebbe un buon modo per starmi dietro.

martedì 23 settembre 2008

aaa cedesi cervello in semi ottime condizioni

il mio. se lo volete lo faccio a prezzo di favore.
voglio essere priva di pensieri.

notte.

ah no, buongiorno.

lunedì 22 settembre 2008

il mio cuore a tocchettini

mi sento un tic tac dentro.

mi risuona la testa come se fosse vuota.

come a un rave party senza invitati.

come spintonata da fantasmi che mi tagliano l'animo da tutte le parti.

corri urlando su altalene senza catene.

vorrei buttarmi avanti senza pensare e correre a baciare il vento.



ho paura.

ho il terrore di perdermi nel buio.

ho paura di aver capito quello che voglio essere.

ma ho paura di correre nella foresta su cocci di vetro e tagliuzzarmi minuziosamente per impormi del male con un senso reale.





stasera elena piange, stasera elena urla mentra guida in macchina.

elena ha cantato a squarciagola.

elena ha bisogno di un bacio e di un abbraccio. elena si sente sola.



elena è felice.

ma sente qualcosa che la lega nel niente e la trascina verso un burrone.



non sa se ha un paracadute.

chissà.



straziami.

mi sento una morsa.

e mi manchi.



venerdì 19 settembre 2008

solo per dire

"Nonostante tutto sia iniziato «per caso», Costanza era già arrivata seconda a Fotomodella dell’anno, Federica era stata eletta «Miss Roma 2007» e ha partecipato a Miss Italia. La bionda, prudente, si è iscritta a Economia «ma ora chissà», la mora si è assicurata un fidanzato da rotocalco, Francesco Botta, concorrente del Grande fratello 8, che appena l’ha vista con la corona in testa l’ha baciata con foga, subito stato bacchettato dallo staff del programma, «perché le veline sono le fidanzate d’Italia». D’altronde, come dice Ezio Greggio, «Veline è meglio di Miss Italia. Quella è una sfilata di bellezza, noi chiediamo altre qualità come recitare e ballare. Per diventare velina ci vuole una preparazione, il nostro è un concorso di professionalità»."



abbbbbè.




molto professionali.

oh, che banalità sti concorsi. e lì tutti a sbavare. clap clap.

martedì 9 settembre 2008

mi sembra una vita che si possa riprendere esattamente come ci pare.


non ci sono parole utili.
degrado forse?
de drago?

quando mi riprendo poi talvolta mi sento come se fossi una bomaba ad orologeria.
tictac.
bevo fumo penso vivo.
non ci sono limiti per quello che la mia mente immagina.
e mentre sogno di girare il mondo con uno zaino grigio e blu mi lancio nella nube dei miei pensieri e mangio panna finta montata non finta panna o finta montata insomma non conta.

non aspetto più di tanto godot.
ho capito che quel personaggio se mi va posso farlo io.

pensieri a caso stop fine trasmissioni.
credo.

domenica 7 settembre 2008

pensieri casuali post sbattimento notturno

io so solo che ieri sera avevo una fame fottuta e mi sono mangiata un panino con cotto, scamorza e patè di tonno.
non si può rientrare alticci senza mangiare, è una specie di legge inconscia e implicita post produzione di sudore danzereccio.
ero a secco dal punto di vista dell'idratazione, possedevo una pesanteza pachidermica nei movimenti e un'ingente secchezza delle fauci che mi portava a una lieve sensazione di pastone in bocca.

il che uno dice, bevi, chiudi gli occhi e vai a letto.
no.

con rumori contrastanti e probabilmente acuti, fin troppo, in cucina, sprezzante del possibile risveglio di tutta la casa, ci si arma di schifezze e si dà fondo ai fondi.
arrivo in camera, probabilmente saltellando su un piede lungo le scale, credendomi particolarmente agile (o forse semplicemente iscritta ad un torneo di campana) e mi addormento, luce accesa, forse non sul letto.
o credo di si, o mi sono spostata dopo.

chiedo venia, non sono più giovane.

o forse tutto il contrario.

diciamo che momentaneamente mi sento alla sex and the city che scrivo di antropologici studi notturni sulle tradizioni delle nuove generazioni.
poi vabbè, se il cubo si libera ci salgo, in culo agli studi.

ci sono cose che non si possono capire.
e come dice il buon rat man

"se dovessimo inizare a farci una cultura quanto tempo ci occorrerebbe?campa cavallo!
o come dicono i francesi, "champs elisée"!"
"cavallo in francese di dice elisée?"
"no, si dice champs".

che non è che ora come ora abbia un senso. ma ci piace così.

giovedì 4 settembre 2008

sento il tempo scorrere sotto i piedi. sento che tra poco si ricomincia e non so se ne ho voglia, sento che londra è una città dove vivrei per un po'.



sento i sapori orientali che si mischiano nella mia testa con delle foto che ho fatto in passato e mi ricordano momenti incancellabili.

sento un cane che abbaia e non capisco perchè.

sento che c'è ancora il riccio in giardino.



mi piace che la sera si torni a casa e lui gira bel bello con le sue storie mentali.

ciao riccio.

salve a lei.



e così via.



so british.



che poi non è che mi senta di avere quasi 25 anni. per dirla tutta, sono regressa ai 16.

chi lo sa cosa si può volere con l'avanzare del degrado cerebrale?

quando inizia?

quando finisce?



cosa innesca il niente tutto forse di meno che danneggia il circuito neurale principe per lo sproloquio?

oggi sono in pieno attacco di afasia di wernike, che poi no, a dirla tutta non mi sento sinfonicamente casuale.

sono tutti pensieri che si mischiano.



come miscele di caffè. senti che buon odore?

andrei da starbucks a prendermi un cappuccino take away.



mi piace sentirmi come sono.

anche se magari dovrebbe piacermi meno parlare.

chissà.

martedì 2 settembre 2008

'cause i'm glamour


ok lady maranza is back ma non so quanto terrò botta. un mese via, senza pensieri è stato power.


ho girato a caso bevuto da sola e in compagnia, comprato, distrutto, preso, rubato, vissuto, pensato.


ho guidato un motoscafo. ho ballato house, ho cantato ska. ho visto, cercato e spulciato su bancarelle lozze a londra. mangiato jacket potatoes con bacon cheese e cose a caso.

starbucks.


e sono stata sempre very cool.

e very pirla.

niente di nuovo insomma.

sabato 2 agosto 2008

fine lavoro. ciao ciao ragazzi. è stato bello, nonostante gli iperattivoni, nonostante giada c. che limonava i maschi. non avrò più carlo v. che mi chiede "posso sedermi vicino a te?" non avrò più mattia a. che dice "ciccetta sei la mia fidanzata?". non ci sarà più mattia l. che mentre giochiamo a magic dice "michelle!elisabetta!". e poi tappo uno tappo due che non ho ancora capito perchè mi hanno obbligato a 24 anni a giocare a magic. tra l'altro che gioco impestato. non ci sarà più il caffè del dopo pranzo, nessuna gita, nessun alessandro d. da voler uccidere. ieri non ho pianto, ma aspetto le cartoline, ormai ce le mandiamo tutti gli anni. e poi mundialito, non ho ancora capito come si fa, ma chi segna regna. 10 tiri in porta parati, record, mio e di ale p. altro che. amo quella scuola. e come direbbe gaia r "ma è tutto così bello perchè vi amo". però una vacanza serviva, nè.

domenica 27 luglio 2008

a testimonianza del fatto che accadde davvero.



colazione da tiffany mode on, ovviamente

martedì 22 luglio 2008

la doc chiude,
per un po' non ha voglia di vedere le facce di nessuno.
cioè, oibò.


mi sono laureata.
èffffinita.

colazione da tiffany mode on.

martedì 15 luglio 2008

faccio un salto qui perchè i pensieri divagano e da qualche parte li si deve pur raccogliere.
sono figlia di una madre ossessionata dal pulito.
nipote di uno zio che dice che a copenaghen non c'è un cazzo da vedere, molto meglio dubai.
nipote di un'altra zia di chiesa, di una che essere magri e andare in palestra è wow, di una nonna dalle innumerevoli visite ai santuari, figlia di un padre che facciamoci amici del mondo che in fondo bisogna esser socievoli e andar d'accordo con tutti.

la cosa che fa ridere è che il risultato sono io, un'antisociale misantropa senza ritegno.

sarei dovuta uscirne paris hilton.

quindi forse è meglio non lamentarsi.
che ansia. mi laureo.

lunedì 30 giugno 2008

voglio piangere per trovare un senso.
voglio la notte del due agosto su un balcone in venice a fumare wiston blu.
voglio capire perchè sono così malfatta da ritenermi perfettamente funzionante.
voglio baci del centro che voi non potete capire se non sono quelli di mattia a.
o anche di gaia r. che effettivamente oggi mi ha lanciato un ti amo che nemmeno un limone tirato a caso avrebbe avuto la stessa intensità.

voglio solo poter essere come sono se capissi cosa sono davvero. voglio non avere momenti di stallo.
voglio essere felice quando la mattina so di andare a massacrarmi.

quantomento essere soddisfatta come quando dico f. vieni qui gioia.

saltimbanco teatrale di una gara di domande.

mercoledì 11 giugno 2008

evacuate venezia. lasciatemici andare.
vi dirò tutti i suoi difetti.
non ce la posso fare.

dio. non abbiamo più una sede centrale per il nostro delirio.
ci facciamo assumere come fantasmi?
non vedo alternative.

domenica 8 giugno 2008

e mentre sogno di avere una borsa per la spesa da riempire alla coop di piazzale roma, penso ai vaporetti la sera, all'imob, a san francesco della vigna e alle sue sagre, al non sentire rumori di macchine, alle navi da crociera che passando davanti a san marco rendono venezia un puntino, ma un puntino di quelli dove ti siedi a gambe incrociate e sai che nessun altro puntino è tanto accogliente.

un puntino con la frittura di pesce fatta al momento, un puntino aperol e bianco con ghiaccio, un puntino che si mischia nel tutto del niente, che la gente si siede a piedi nudi in santa marghe.
che la gente compra libri nella libreria dei gatti dalle gondole e se ti fermi, in certi posti non c'è che il silenzio.
negozi dei barbapapà tra le cose per le barche e messaggi attaccati ai muri, writers quasi sacrileghi lungo i muri di chi prima di noi, aveva capito quella città nel suo essere immutevole e moderna.
venice.

dio, se non è amore questo.


giovedì 5 giugno 2008

scappa fuggi corri

lasciatemi nel mio niente, ora

sento incessantemente un tum tum dentro come se avessi un martello pneumatico nella testa.
deve essere l'aspirina che non fa effetto.
sento scadenze, cose da fare, da dire, da organizzare

una trottola impazzita

fermatemi che se scoppio implodo e divento un buco nero.
non ho tempo per guardare se le stelle diventano un buco nero prima o poi ma cosa c'è dietro un buco nero come si fa a non saperlo dai ci vado io a dare un'occhiata.
mi offro volontaria.
mandatemi.

dall'altra parte per me ci sono io con un appartamento a canareggio mentre bevo spritz già laureata con un cane bavoso che raccolgo 100 euro alla gastone dal pavimento.

ok, lascio i cento euro, ma il resto secondo me i buchi neri lo fanno.

io non ne posso più, ho mal di testa, sto impazzendo, datemi qualcosa da fare che non sia socializzare.
chi scrive il dietro dei libri?
voglio fare quel cazzo di lavoro.

lunedì 2 giugno 2008

cazzo. l'ho scritto nel 2004. ero già un mostro?

"sono come un gatto. forte e indipendente. ma cmq domestico. una bella testa di gatto. forse troppo selvatica per una vita normale, ma poi, non conoscendo il significato di normale, non credo sia poi così male. ho bisogno di una casa, si, di qualcuno che mi voglia bene, che mi coccoli, che mi faccia sentire che sono importante; dall'altra parte però voglio essere lasciata stare, sola, nel mio girovagare irrequieto verso il non so dove, alla scoperta di qualcosa che sia mio, senza impicci altrui. questo, niente più. vago senza sosta nell'instancabile alternarsi di esperienze e non voglio i bastoni tra le ruote. non voglio essere capita a volte. altre volte esigo l'esatto contrario. simultanea comprensione senza domande. sono un gatto e graffio. faccio male, di quei graffietti che non t'accorgi d'avere finchè non bruciano e poi ti rendi conto che ci sono. e li faccio anche per gioco, stronzaggine o chissà perchè.. non giustifico il mio modo d'essere. solo chiedo di essere capita. e so che non è facile. quindi se non se ne ha voglia non aspettate a scappare.via. meglio per voi. capitemi. come i gatti appunto, perchè nessuno si chiede il perchè del fatto che ogni tanto prendono, vanno via tre gg e poi se ne tornano come niente fosse. e io faccio così. mi eclisso, vivo un po' per i fatti miei e poi torno. ma non voglio che mi si chieda nulla. perchè ci si deve fidare. che se qualcosa va male sarò io la prima a dirlo..non sono orgogliosa da non sfogarmi. solo sono io che ne devo sentire l'esigenza. ma non pressatemi. perchè altrimenti sono capace di non tornare più solo per il gusto di una banale ripicca. pochi mi capiscono e sanno come prendermi sotto questo punto di vista. amici che sanno quanto ho bisogno di essere invitata fuori almeno dieci volte prima che dica sì e che sa anche quando non c'è storia di tirarmi fuori dal mio mondo. c'è invece chi sto facendo soffrire per questo mio modo di fare. purtroppo è solo con l'abitudine a sopportarmi che ci si sta male di meno. perchè io sono così. ne più. ne meno. miao."

mercoledì 28 maggio 2008

io amo leo ortolani. punto. non è che devi girarci intorno.

che poi io mi senta come giuda è un altro paio di maniche.

padrune.

martedì 27 maggio 2008

Mi prostro alla scienza

miracoli lourdeschi.
mi piacerebbe indagarci e smentirli.
per sollevare il peso della fede di mia madre, che crede in quelle amenità da quattrosoldi.
la gente guarisce, certo guarisce il mondo.

datemi l'amazzonia.
rinfoltiamo il verde e facciamoci mille statuette di lourdes. al miracolo.

come si fa?
non ho fiducia in me stessa, figurarsi per un commediante che non esiste.
tu l'hai mai visto?
e allora?

martedì 20 maggio 2008

fuga da alcatraz

2 agosto-1 settembre

io e la pilli si fugge in laguna causa paranoidi pensieri anti milano.
no way to come back.

non ce n'è.

chiederò prostrandomi a rialto "would you be my only god?" e offrendo dello spritz in cambio di tribali risposte oracolistiche mi siederò all'ombra di san marco gridando ghe sboro.

no more.

i can't wait.
è l'erasmus che mi è sempre mancato.
la casa c'è, ci devono solo migrare le coinqui.

armati di post it, donna, e dimmi qual è il tuo succo preferito.
I Will love one month of my life.

martedì 13 maggio 2008

vorrei essere un mostro

se fossi un mostro vero e non un mostro come mi sento io sarebbe tutto tutelato dal fatto che se sei un mostro vero puoi esserlo e hai dei diritti in quanto mostro.
un non mostro che si sente mostro non è che un risultato della nostra sottocultura urbana e viene ghettizzato peggio che un mostro originale.
quindi per questo mi piacerebbe essere ghettizzata onestamente non come appartenente di un sottogruppo illecito in quanto non formale ma come esemplare di casta di tutto rispetto.

se sei un mostro va detto, ormai non c'è niente di male a esserlo.

giovedì 8 maggio 2008

È brutto essere come me.
Chi è come me può benissimo capirlo.

Non ti piace mai niente. Perché mentre lo fai pensi esattamente a cosa vorresti fare in quel preciso istante tranne trovarti dove ti trovi. Ma quando sarai a fare quel quant’altro sarai già annoiato e penserai esattamente a quell’impossibile obiettivo che diverrà un tragico passato penoso alla prossima necessità di cercare dell’altro.
È come sentirsi l’acqua che ti supera e ti manca l’aria.
E non è che sei senza branchie e quindi stai tipo per morire perché respireresti anche bene sotto.
Solo non ti va.
Non ti va mai un cazzo.

Non ci sono spiegazioni quando si è come me, ci si deve un po’ arrendere alla mesta evidenza.

Però pensavo è tanto triste conoscere la classica gente che io chiamo “gente MA”.
È simpatico MA.
È gentile mi ci trovo MA.
Non è noioso MA.
Ma temo mi deluda, ma temo che sotto sotto sia una maschera, ma temo che col tempo si riveli un imbecille, ma non è poi così originale, ma a dirla tutta non ci uscirei.
La gente ma.
Il mondo è pieno, fottutamente pieno di ragazzi MA e annesse.
Ragazzine MA.
Sono fighe ma non me le farei.
Sono simpatici ma non ci andrei in vacanza.
Sono persone piacevoli ma non ci passerei più di un’ora.

Mi piacerebbe trovare gente punto.
Ma per quelli come me è difficile che la gente non sia gente ma.
Anche perché forse noi siamo gente ma per primi.

Siamo simpatici ma anche tanto diffidenti.
Però almeno non giochiamo a deludere gli altri.
In caso lo facciamo già in partenza.

Detesto la gente ma.

lunedì 5 maggio 2008

venezia ti amo.

venezia non puoi non amarla.

non è vero che puzza.

non è vero che è piccola.

non è vero che non vale la pena spenderci soldi per dormirci.



venezia è semplicemente venezia.

ci puoi scrivere dei libri.

non ne sono mai stati scritti troppi. e ognuno è diverso.

diverso e illuminante.



venezia è come una casa.

perchè non è grande da sentirti solo ma non è troppo piccola da sentirti soffocato.

e poi c'è sempre qualcosa di nuovo da scoprire.

venezia ti aiuta.



venezia ti stupisce.

quando hai le idee confuse ti basta fare un giro tra le sue caotiche calli per sentirti paradossalmente calmo.

e sicuro.



venezia la visiti o come i turisti che fanno rialto piazza san marco.

o la visiti col cuore.



venezia se la visiti col cuore la vedi girando a caso, scoprendo un parco per un'istinto che ti fa girare a destra e non a sinistra, ti ci perdi senza volerlo e sapendo che non ti sei perso.

e poi la visiti a testa per aria.





venezia la ami.

venezia, ci cerchi i fantasmi.



venezia, la scopri e la riscopri.

venezia e ti senti a casa.



mi sono persa. ma sono più persa quando non sto a venezia.



e con i gatti sui balconi si parla.

venezia ti ama.



se la sai amare.

martedì 29 aprile 2008

wiki di mattina.


La comunicazione (dal lat. cum = con, e munire = legare, costruire e dal lat. communico = mettere in comune, far partecipe) non è soltanto un processo di trasmissione di informazioni (secondo il modello Shannon e Weaver). In italiano, comunicazione ha il significato semantico di "far conoscere", "render noto". In tedesco, il termine Mitteilung mantiene la radice latina mettere in comune, condividere. La comunicazione è un processo costituito da un soggetto che ha intenzione di far sì che il ricevente pensi o faccia qualcosa (Grice, 1975).


la comunicazione è spesso più drammatica di quello che sembra.

lunedì 28 aprile 2008

lentamente su una corda di violino danzo aggrappata al vento

senza pensieri di cosa sarò mai. mi lascio trascinare dal vento delle mie sensazioni.

non so dove andrò o cosa farò.

correte e correrò.

domanderanno e cercherò di dare risposte.

dimenticherò e sarò dimenticata.

seguirò un re per il quale crederò che vale la pena combattere, morirò senza sorriso sulle labbra perchè non vedrò mai tutto quello che la mia mente sa di voler vedere.


si avvicina l'estate ma scende il freddo la sera lungo le strade e sul mio balcone le sigarette non bastano più. devo un pacchetto alla pilli.


non bastano che i momenti sognanti la mattina nel dormiveglia in cui una casa propria in costruzione esiste.

in cui puoi abitare a berlino anche senza sapere il tedesco.

in cui il mio culo grosso non farà provincia.


un momento nel quale mi sentirò particolarmente realizzata o invidiata.

un momento in cui si, sarà strano, ma mi sentirò a casa nell'istante preciso nel quale quel pensiero mi passerà per la testa.


esisterà?

facciamo che parto. quando trovo le risposte ve le scrivo ok?

domenica 20 aprile 2008

quando

quando senti di non aver più niente da scrivere su un blog.

forse sei solo diventato grande.
cazzo. lo sapevo che prima o poi mi toccava.

venerdì 18 aprile 2008

augurare il peggio a della gente è cosa malvagia?

secondo me no, è solo lecita.

mercoledì 16 aprile 2008


vorrei partire per un viaggio.

bello come l'interrail.

lungo come il mio desiderio.

sentire la sabbia sotto i piedi nudi, correre tra le colonne di un tempio greco, guardare con il naso all'insu il cielo in postdammer platz, fare una foto a gambe incrociate sotto la tour eiffel, bere una birra mentre cammino con lo zainone davanti alla sirenetta e noleggiare una bici per girare a caso in olanda. straiarmi sull'orlo di un fiordo.

dormire stanca in ostello con le scarpe ancora addosso.

sentire gli odori del viaggio.

dei compagni di viaggio, che magari puzzano, ma spesso ci si sdraia vicini.

ho bisogno di una tenda in mezzo al niente, di una colonna sonora alla into the wild e di bagni improvvisati in mezzo agli alberi.

dio. perchè non posso partire domani?


e il giro del sud america?

quando posso?


i diari di una senza motocicletta.

ma farei anche il cammino di santiago.


o di trezzo d'adda.

ho bisogno di andare.


e le notti che aspetti venga il mattino?

e le mattine che ti dici non ho nemmeno sentito la notte?


caffè caldo in tenda mentre fuori piove.

martedì 15 aprile 2008

sono solo immersa in pensieri


penso che il mondo gira a caso e io mi sono fermata un attimo e mi gira la testa.

penso che si sia perso un pezzo di storia.

penso che ci sono tante cose che devo ancora imparare, penso che mi tocca essere tollerante, che devo imparare a conoscere gli altri.

penso che però se mi stanno in culo glielo dico.


per ora mi stanno ancora in culo quasi tutti.
ma mi si perdona tutto. su.

:)


e via, vado a mangiarmi cereali e cioccolato.
miao.

domenica 13 aprile 2008

domani devo votare.

sarà dura.
poi ora che sono a casa da sola.

c'è un partito che mi regala una casa a venezia?
allora nada.

martedì 8 aprile 2008

mi manchi


abbiamo anche toccato il cuore della sirena e del pescatore, noi.
non vedo l'ora di venerdì. altrimenti scoppio.

domenica 6 aprile 2008

sono solo triste


e avrei bisogno di un bacio.

un abbraccio.

o un sms dove mi si dica che conto.


non c'è un motivo, semplicemente ogni tanto anche gli insensibili hanno bisogno di un cuore.

il mondo gira

ho riscoperto il mondo dei telefilm, sex and the city è seriamente esilarante.

ho scoperto nuovi rapporti che si stanno evolvendo secondo una inusuale tendenza a essere positivi.

romania a parte.

credo, anzi, ne sono certa, che spesso dobbiamo voltare pagina, anche se non ci va.

altrettanto spesso si deve arrivare fino in fondo a quella pagina per capire che va girata.

girare non vuol dire dimenticare, semplicemente andare avanti ricordando.

è successa una cosa che mi ha fatto stare "male". ma ci ho rielaborato sopra un po' e sinceramente, come è bello dire..fotte sega.

almeno in questo marasma di cose a caso ho tirato fuori qualcuno che si salva. qualcuno che ho deciso essere fondamentale, qualcuno che mi manca e qualcuno che può andare anche a cagare.


e poi c'è il resto è a venezia.

è quasi facile rielaborare le cose che non vanno qui, quando il 90% della mente è innamorato altrove.

e tra una settimana avrò il sorriso ebete in faccia mentre scenderò dal mio treno.

mercoledì 2 aprile 2008

esistenzialismi del mercoledì mattina

talvolta mi pervade l'angoscia.
talvolta no.

mi sento come divisa in due. una parte che vuole fuggire e l'altra che vuole restare e proseguire con le scelte che ho preso.

una parte vuole venezia e una casa tutta mia, un camminare col naso all'insù e guidare la mia anima tra le calli.

l'altra vuole un lavoro con anna in ospedale, una scuola di specialità, un affermarsi dopo tutto questo studio.

il problema è che l'una ama l'altra.
non pensiamoci.

lunedì 31 marzo 2008

omfg

ultimamente non riesco a interessarmi di niente che sia minimamente politico. mi fa venire nausea e mal di testa. e poichè non sono incinta vuol dire che fa tutto drammaticamente schifo.

che poi i negramaro han fatto il nuovo video, via le mani dagli occhi.

io avrei preferito via le mani dal culo.
ma son gusti.
e de gustibus non disputandum est.
ma prima o poi capiranno.

domenica 30 marzo 2008

io sono sua sorella.


dio che ridere.
mariottide a palate.
:P
che poi in italia tutti sono tutti.
il ministro dei trasporti è perchè sa guidare (ma non è detto abbia la patente).
se giulianone diventa quello della sanità come è possibile che ha il colesterolo a mille?
ma in fondo berlusconi vuole fare il super capo. tecnicamente il super capo degli imbecilli, visti i candidati.
e dall'altra parte?
peggio che andar di notte.
io voto mariottide.

mercoledì 26 marzo 2008

:)

la cioccolata produce una tendenza all'acne allucinante.
non credo di aver mai avuto tanto sebo in eccesso.

colpa di anna, in ospedale mi rimpinza di tocchi di fondente con la scusa che serve per concentrarsi per la tesi.

sono cose della vita.
però che butterata. sto facendo strage della mia pelle che nemmeno un bombardamento alla risiko.
omfg.

cerone a me.
le neuroscienze non possono tutto.

martedì 25 marzo 2008

maledetto tempo libero

ho malauguratamente visto la passione di mel gibson.
a parte che la passione te la fa vivere per colpa della pesantezza (a palate per come direbbe mariottide) del film.

però dai.
se sei un integralista del cazzo non puoi travisare le cose.

passi il latino, perchè vuoi essere all'avanguardia.
ma far passare gesù cristo per un sadomaso visionario con allucinazioni degne di uno schizofrenico mi sembra troppo.
dai.

quel sangue lì (hanno usato quello di maiale, ma sei fuori?).

no no. che poi se vuoi far passare credibile il vangelo allora hai centrato l'intento.
ma anche no mel.

mercoledì 19 marzo 2008

a qualcuno anche si.

certa gente si merita solo le peggiori torture.


una delle categorie incluse sono i cacciatori.


più certa gente della mia facoltà.





i m p a l a m e n t o.





direi al papa che bestemmiano. così magari cerca di redimerli.


o le brucia come si faceva con le streghe.


in entrambi i casi s o f f e r e n z a loro e godimento MIO.

i sentimenti veri sono solo in tv

come possiamo concentrarci nelle nostre misere vite quando i sentimenti veri sono solo in tv?
come credere ai ragazzi comuni quando gli ex di campioni dichiarano il loro vero amore alle troniste?
come credere che l'amore sia incontrabile dietro l'angolo quando gianni sperti piange perchè sono sentimenti veri quelli di uomini e donne?
la maria ne sa una più del diavolo. da quando fa cupido ha preso l'esclusiva. e i caproni le vanno dietro e si innamorano solo se c'è un trono di mezzo.

però sono sentimenti veri eh, non scherziamo.

sarà.

possiamo fare più trasmissioni sui libri?
questi chiudiamoli insieme a quelli del grande fratello e lasciamoli lì. che l'inedia si dia da fare.

martedì 18 marzo 2008

ogni tanto il mondo gira bene.

la tesi gira. il mondo funziona.
il mio cervello ha deciso di aprire la busta per far comunicare i due neuroni.
tutto torna.
il lavoro mi piace.
pasqua è vicina.
e ho assaggiato una colomba.
insomma.

ce n'è.

lo voglio però.

lunedì 17 marzo 2008

commerci mondiali odierni

le poltrone global relax hanno modelli invidiabili "vivere" "beautiful" della serie evviva le soap.

io non so se esiste ma lo propongo.

voglio il modello un posto al sole per la spiaggia e il modello tempesta d'amore.
che vibri.
che mi ribalti.

mi piacciono le poltrone di carattere.

please.

domenica 16 marzo 2008

quando torni a casa da venezia.

Quando il bambino era bambino se ne andava a braccia appese, voleva che il ruscello fosse un fiume, il fiume un torrente, e questa pozza il mare. Quando il bambino era bambino non sapeva di essere bambino, per lui tutto aveva un'anima e tutte le anime erano tutt'uno. Quando il bambino era bambino su niente aveva un'opinione, non aveva abitudini, sedeva spesso a gambe incrociate e di colpo sgusciava via. Aveva un vortice tra i capelli e non faceva facce da fotografo.


Quando il bambino era bambino era l'epoca di queste domande: "perché io sono io? perché non sei tu perché non sono qui perché non sono lì Quando inizia il tempo dove finisce lo spazio la vita sotto il sole non è forse solo un sogno? Non è l'apparenza di un mondo davanti al mondo quello che vedo, sento e odoro? Come può essere che io che sono io non c'ero prima di diventare e che una volta io che sono io non sarò più quello che sono?

mercoledì 12 marzo 2008

osservando

mentre guido i passanti vanno in giro. li osservo.

regola n.1.
se sei figo/a puoi permetterti di andare in giro in tuta.


corollario della suddetta regola. io non andrò mai nemmeno a un pigiama party.

ho imparato a conoscermi ultimamente.
non sono una bella persona.
non ho forza di volontà.

non riuscirò mai ad avere un disturbo di personalità di quelli fighi. non ho abbastanza voglia per immedesimarmici del tutto.
quest'accidia mi farà marcire in un profilo assolutamente normale. o per come piace dire ai docenti della bicocca, avrò un decorso degno di una popolazione a sviluppo tipico.

dovrei trovare qualcosa per essere atipica.
andrò in giro in tuta.

c'è chi sostiene di non poter vivere senza amore.

l'ossigeno è molto più importante.

I wanna be sedated
Just get me to the airport
And put me on a plane
Hurry hurry hurry before I go insane
I can’t control my fingers
I can’t control my brain

martedì 11 marzo 2008

gergo giovanile

ripensavo a sabato sera.

vengo un secondo chiamata da persone che conosco.

nel locale non ero ovviamente sola, presenti alcuni amici e il mio ragazzo.

nel gruppo di persone che conosco oltre ai soliti come va come non va noto un tizio già visto in passato ma effettivamente mai presentato. mi dice qualcosa di incomprensibile.



traduzione dei miei amici: dice che sei carina e ti voleva conoscere.

io. il mio ragazzo è li dietro mi spiace. (sono sempre molto secca in queste cose ma in presenza di persone con alto livello di somiglianza al tabboz simulator mi tengo sempre sulle mie).

farfuglia (o ho problemi di udito o santo dio non capisco).

mio amico: si, gli abbiamo già detto che hai il ragazzo ma voleva conoscerti lo stesso.

farfuglia. (sto perdendo la pazienza o sono peggio di mia nonna).

io. apaticamente: ho il ragazzo. parla con lui a sto punto e vedete se giocarmi a poker.

lui, finalmente comprensibilmente: ah, sei AMMANATA, quindi.



era meglio quando farfugliava.

una manata gliel'avrei data io.



no. non sono più giovane.


miete più vittime il tabboz che gli usa in medio oriente.

omfg.

esistenzialismi del lunedì mattina

ma se il phon, asciugacapelli per gli stolti, lo inventarono nel 1920 nel wisconsin..prima come cavolo si faceva?



(e non parlo dell'asciugarsi i capelli e basta. [che per inciso, d'inverno? al gelo? stalattiti? influenza e morte?] ma le pettinature? io non modulo i capelli nemmeno con la spazzola e il phon.)





deduco che li asciugavano au nature, per poi indossare favolosi cappelli.



e per i fashion, via di parrucca.



bei tempi.







lunedì 10 marzo 2008

quando fuori è uggioso.




dentro anche.


non sono una persona particolarmente sentimentale.


ma le distanze, certe amicizie, certe esperienze ti permettono di possedere un arretrato di lacrime da dosare come si vuole.


io non piango.


non sono una persona che piange per cose serie. purtroppo. sono una persona che quando succede qualcosa di grave diventa cinica e dice, dai. sono cose che nella vita capitano. io piango di più per cazzate.




perchè ognuno di noi ha quella riserva, quell'acquedotto di acqua e sale che prima o poi deve uscire.




io piango quando parti.


perchè ogni volta significa fare il conto alla rovescia. e quelle lacrime sono maledette e incontrollabili.


piango quando rivedo i miei cani dopo un po' che sono via da casa. e quelli sono occhi lucidi


piango quando una pianta in giardino diventa gialla. perchè mi sento in colpa


piango quando un film non finisce come avrei voluto. ma in realtà non sempre succede. anzi quasi mai.


piango per stronzate.


ho pianto quando zeus, il mio cane pirla, si è fatto male alla zampa. ho pianto quando dalì, l'altro cane eternamente spaventato, mi ha fatto rendere conto che è diventata vecchietta e che non starà qui a lunghissimo.


ho pianto per train de vie. ma credo abbiano pianto tutti per train de vie.




però più di tutto piango quando devi partire e mi verrebbe voglia di venire via con te.


perchè nella vita non si è mai certi di niente, ma mollerei tutto per l'incertezza di noi.




perchè sono sul nostro letto con gli occhi bagnati e sai che ti vorrei per una vita. perchè noi. perchè i baci del mattino. perchè il sesso non è semplicemente uao.




perchè io sarò stupida e adolescente. perchè io mi vesto di stelline e brillantini. perchè io sono sarcastica e vedo complotti nel mondo. perchè io effettivamente voglio bene a così poca gente che talvolta mi faccio paura.




ma quando parti si spezza qualcosa ogni volta. e per fortuna piove sempre. così mi metto sul balcone facendo finta di fare foto. e la pioggia mi fa credere forte. perchè io non piango, è solo l'acqua. ma io devo fare foto.




sono patetica.


ma si sa.


quando si sta con qualcuno si diventa anche ridicoli.







mi sento sempre come un quadro di turner.


talvolta in tempesta. talvolta in estasi.


oggi mi tocca la tempesta.


domani spero


estasi. prima o poi mi tocca. :)

giovedì 6 marzo 2008

non sopporto...

...chi scopre l'acqua calda.



che poi le cose non sono mai come sembrano.

eh no.

ps. dovete provare i marshmallow nei cocktails un po' spumosi

(quelli alla frutta).

sono orgasmici.

martedì 4 marzo 2008

la pioggia mi fa venire mal di testa se sto guidando.


guardo il cielo in attesa cadano rami.

sono la classica persona che abbraccia più facilmente gli alberi che le persone.
vivo in un mondo tutto mio. dove gli altri compiono sempre azioni che mi lasciano basita.
ho deciso, prima o poi esco dal mio bozzo. però se poi mi va ci ritorno dentro, mica voglio diventare farfalla.
(è una delle mie peggiori fobie. io ho paura delle farfalle. mi terrorizzano. mi fanno salire il panico. la pelle d'oca. sono farfalle. mio dio).
quando piove i cani sono tristi?
per me si.


lunedì 3 marzo 2008

se provassimo a lasciarci?forse le cose andrebbero meglio. ci impiccheremmo domani, a meno che godot non venga. e se viene? saremmo salvati.



Vladimir: - Dobbiamo essere contenti
Estragon: - Contenti di che?
Vladimir: - ...di esserci ritrovati...
Estragon: - Siamo contenti! ...
Estragon: - COSA FACCIAMO ADESSO CHE SIAMO CONTENTI?”

domenica 2 marzo 2008

intolleranze alimentari

non ho mai scoperto se sono allergica all'albicocca o all'arancia.
mi piace l'uso dell'idioma "ghe sboro".

mi piace pessoa.
sono contenta quando vado in giro a piedi e posso camminare col naso all'insù. pesto più merde della media.

non mi piacciono le barzellette. non le sopporto perchè non fanno ridere.

mi piace guardare il cielo.
sono stata a bologna e se da una parte ho trovato una città artisticamente notevole, mi sono stupita di quanto omologati siano i suoi abitanti nel voler far tutti gli alternativi. tutti uguali.
ho comprato una borsa e un libro per farmi un regalo.

mi piace comprare libri, farò una lista di titoli da leggere e ne devo passare uno a settimana.
venezia è bella. ho preso il gondolone e toccato un avambraccio gudurioso di un gondoliere.
50 cent per un po' di muscoli.
cara la mia venezia.

l'unico itinerario è perdersi.

io voglio tagliarmi i capelli ma costa.
io non sopporto i cinesi.

sanremo è una burla.

insomma. fanno tutti i gay col culo degli altri. facile.

*seduta sul ponte dei pugni guardo verso san trovaso e mi chiedo se lord byron starebbe anche ora a venezia*

quasi quasi imparo l'armeno anche io.

E il naufragar m'è dolce in questo mare...



ps. ma le hostess perchè si devono raccogliere i capelli eliminandosi rughe facciali? sono tiratissime.


domenica 17 febbraio 2008

saudade

ho già nostalgia.

momento da colonna sonora. quella che mi ricorda il portogallo è questa.

bandabardò "succederà"

"Sarà come stare a letto mentre fuori è freddo e piove Come togliersi le scarpe dopo un giorno di gran sole Come correre nudo fin dove non c'è più città o cantare speranza ad una stella che cadrà Sarà come dare il voto a un uomo o a un ideale senza più dolore Come rapinare banche dicendo solo "per favore" Succederà... solo se facciamo uscire dalla nostra vita fascio e avidità Sarà come mettere dei fiori nelle teste rasate Come incontrare un uomo, un elfo, delle fate Succederà... solo se facciamo entrare le prime voci del mattino che ora può arrivare"


e vi aggiungo un piccolo video. una chicca.
un momento di innocenza infantile mio della kia e della kri.
un video che nemmeno pensavamo di aver girato.
pigiammo l'autoscatto e invece partì il video.

stupite come bambine per una coccinella sull'oceano.

portogallo. mi manchi già.



non si può capire il portogallo.

finchè non ci si va.

è semplicemente indescrivibile.

non c'è una cosa brutta. non c'è una cosa che non va.

succedono le peggiori sfighe (alla kia) eppure non ci si arrabbia.



il portogallo è un luogo di pace interiore. i portoghesi sono felici di esser portoghesi.



c'è nell'aria una saudade fortissima, volti segnati dal sentimento che il tempo ha scavato in loro. luoghi meravigliosi, semplicemente unici che ti segnano dentro.



e persone gradevolissime che riescono a farmi essere normale e socialmente integrata senza momenti acidi o antisociali per tutta la mia permanenza.



ma non si può descrivere. lo si deve vivere.

ed è l'unico posto dove sia mai stata dove ci si può accoccolare e sentirsi parte di loro dall'inizio alla fine.

i loro sorrisi e la loro voglia di comunicare mista a una melanconia di sottofondo rende nostalgici in partenza.

fado.



niente. dovete assolutamente andarci.



l'aborto non è assassinio. chi abortisce non è un'eugenetista. ok?

perchè io devo smetterla di guardare la televisione.
punto primo. non tollero che UOMINI parlino con superbia e saccenza, moralità e invasato culturalismo dell'aborto.

ci deve essere libertà individuale. punto.
lo stato deve tutelare la libertà. non imporre l'etica.
etica cattolica tra l'altro.
l'individuo si deve assumere le sue responsabilità ma non deve obbligare una determinata morale.

colpa mia, che accendo la televisione e mi becco ferrara ovunque.
brutto cretino.

"dateli in adozione". falla facile.
dai.
ma che ne sai di quello che passa nella testa di una donna incinta?
che ne sai di quello che è successo a questa donna?

non tollero chi fa campagna antiaborto.
come fosse una scelta facile. come fosse una scelta così poco sofferta.


non è che tu non pratichi e vuoi punire tutti quelli che lo fanno?

ps. l'aborto non è un sistema anticoncezionale. l'aborto non risolve sempre un problemino da adolescenti. caro mio. fatti violentare e poi ne riparliamo.

se ne discuteva più laicamente 20 anni fa.

domani si parte.


lista per la valigia. pronta.

valigia. ancora vuota. ma adesso mi ci metto.

valigiando verso sud.


oh.


il portogallo.


ho convenuto..

che odio la maggior parte degli ominidi.
nello specifico molte macro e microcategorie di persone.
che poi non odio. è allergia.

  1. i miei compagni di uni. quasi tutti. tranne i non frequentanti che non ho mai incontrato.
  2. i giornalisti. soprattutto quelli sportivi (scimmioni in gabbie che lottano per una banana)
  3. mia sorella quando difende gli idioti del grande fratello.
  4. i cattolici. in particolare quando credono di aver ragione. cioè sempre.
  5. i religiosi. tranne quelli in clausura. le mie sono allergie da contatto.
  6. gli stupidi.
  7. giuliano ferrara. che fa macrocategoria da solo. quel gordo allampanato che mi fa pellagra solo alla vista. dovrebbero ficcargli una mela in bocca e farlo girare su uno spiedo.

speriamo che in portogallo non ci siano tutti questi esemplari.

che dio ce la mandi buona. cattolici pregate per me. altrimenti, se mi ritrovo giulianone e lo devo rifilare alla chiara sarà solo un'ulteriore prova della non esistenza di dio.

io non sono intollerante.


sono solo stronza.

martedì 12 febbraio 2008

ho finito gli esami.

leggere: portogallo sto arrivando.









leggi alternativamente come: omfg. (o my fucking god). mi sto seriamente forse per laureare.




non ho buttato via 24 anni.









ma leggere soprattutto: avete detto chupito? in portogallo si beve il chupito?














per me si.












mi sono posta delle domande.

perchè l'acqua spegne il fuoco?

perchè hegel è esistito?
io gli avrei tirato un calcio in culo.

sarebbe stato razionale e assolutamente reale.

i want candy

si, ma oh.
che palle studiare senza caramelle.
se non fomento la carie non trovo obiettivi nello stare sui libri.
perlomeno credo.
ho sempre bisogno di motivazioni casuali per quello che faccio.
e poi dai.
gommose.

non è cattiveria.

c'è chi è allergico al pelo degli animali.
la mia allergia è tranquillamente riferibile alla pelle degli altri.
sono insofferente.
le persone sono noiose.

cominciamo da me.

io sono incoerente.
non scrivo per piacere.
scrivo perchè mi piaccio.

non sono niente di più di quello che sembro.
ho litigato con un amico immaginario di nome dio.
dopo un po' ci si stufa a dargli retta.
tantopiù che le colpe non sono mai sue.