giovedì 4 dicembre 2008

quando la felicità si sente la mattina.

anche se non so se poi lo è.
c'è una condizione di perenne insoddisfazione che mi porterà sempre a vagare errante nel mio nonsense di tutti i giorni.
c'è che salgo saltellante sulla bilancia che cazzo dice sempre lo stesso numero (sarà anche che mangio sempre le stesse cose e non muovo il culo).
sarà che mi sento come se fossi in uno stato di torpore assonnato dal quale si dai prima o poi si esce e decido come realizzare quello che voglio (in fondo è inverno anche se poi a ben guardare sto già realizzando pian piano più di quello che avevo casualmente in testa).
ci sono cose che caspita no sono capitate senza che io mi potessi girare per dire oh mi state toccando?


non so.

non mi piace lamentarmi e di fatto non mi lamento però boh.
mi sento come la puzzola di bambi in letargo.
ronf.

ma perchè?

cos'è questo appiattimento emotivo di fondo?
cos'è questo non stupirsi delle persone?

evidentemente mi piace non considerare gli altri come elementi rilevanti nella mia (in)stabilità emotiva. ma così facendo perdono la valenza di variabile e non risultano più conteggiabili nel mio tirar le somme della mia sfera emozionale.
sono sempre e solo io (pure con difficoltà) che mi faccio provare qualcosa.
è come se fossi particolarmente arida, ma non in negativo.
semplicemente trovo che la banalità non mi possa toccare e di conseguenza non possa buttare giù qualcosa che non crede particolarmente nella sua efficacia.
sono un cane che si morde la coda.
non credo quindi non dubito ma se non dubito non mi affosso in esistenziali paranoie adolescenziali che quantomeno mi facevano provare qualcosa.
evidentemente questa è una paranoia inutile, altamente pirla, e tendenzialmente post adolescenziale ma

è mia.

quindi come dai dati sopra riportati, nulla di nuovo, io posso sconvolgermi.


per onestà intellettuale, nemmeno questa mi tange.


c'est la vie.

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