martedì 28 ottobre 2008

mi rendo conto.

che non è facile.
non è facile non sentirti.
non è facile decidere dall'oggi al domani che no, non ti posso scrivere.
non lo è perchè non è naturale.
ma so che scriverei più per egoismo. e già lo sono abbastanza in questo periodo. ti scriverei per dirti che piango che mi strappo i capelli, che rileggo vecchie lettere, che riguardo foto.
e che non riesco, nonostante tutto questo a sentirmi quello che ero, quello che eravamo.
mi sento sterile, priva di scopi. mi accendo, zac, otto ore più due eventuali di lavoro e poi mi spengo.
triste sconsolata cerco di capire cosa mi ha portato a questo e non ne ho risposte certe. non so cosa pensare, non so cosa dire.
vedo me nel mio letto vuoto per tutta la vita e so che non c'è niente che non va, so che non c'era niente che non andava e so quanto male ti faccio ora, coi miei dubbi, col mio buttiamoci senza paracadute verso morte certa.
piango tutte le notti per il soffrire che ti regalo gratuitamente, senza che tu mi abbia mai imposto niente.
e so che non cavo un ragno dal buco.
a parte dell'acne adolescenziale che non ho mai avuto nella vita e che negli ultimi giorni mi assedia oltre agli altri eventi psicosomatici che il mio corpo esprime con disagi fittizi anti pensiero.
in tutto questo però credo che la mia solitudine sia il meno peggio di tutto quello che mi sta accadendo. e riallaccio rapporti con me stessa.

che mi odi metà mondo è palese. mi odierà presto anche la metà che mi ama. faccio solo casini.

(che poi oggi sto bene. ho visto anna.)

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