mercoledì 15 dicembre 2010

non si smette mai di imparare.

mai tornare indietro, neanche per prendere la rincorsa.

evviva.

mercoledì 1 dicembre 2010

stanca.


resto sotto la mia trapunta ancora un po'. finchè nevica. e anche dopo eh.

giovedì 11 novembre 2010

oggi mi sento diversamente felice.
è come se la nebbia appiattisse tutto.
dopo tre giorni di workshop con un dio della scienza (molto ossimoro ma sta bene così), ti chiedi che cosa stai qui a fare e perchè non riesci ad essere esattamente così.
illuminante da un lato, suggeritore di messa in discussione dei propri studi dall'altro.
ma almeno ci si pone nuovi eleganti obiettivi da 2011. analisi del comportamento mode on, con i principi teorici alla mano della modificazione comportamentale ci avviamo in una lunga ed impervia via con la foto di skinner su di un altarino e quella di FDE nel portafogli.
vai, ce la si può fare.

domenica 17 ottobre 2010

vantiamoci?

collasso lentamente al limite del giorno mentre credo di potermi raccapezzare tra i miei impegni.
rientro da lucca con un mio libro, e badate, non un libro mio.
ho parlato da balbuziente, in una pseudoconferenzastampa nella quale sarò parsa tendenzialmente afasica.
lo showbizzzzzzz non credo faccia per me.
non avevo idee su come comunicare nel niente davanti ad un microfono.
non si possono fare conferenze stampa in chat?

ho scritto un racconto, non tengo comizi.

ma è stato anche divertente.

dissimulare ansia fisiologica non solo anticipatoria.
senti battiti ad alta velocità.

ed è sano che sia così.

ci si sente euforisticamente vivi alle volte, persino torna il piacere di goder del tempo trascorso tra mamma e papà.
come esser piccini.

riscoprire un proprio carattere insopportabile ed all'apparenza immodificabile che poi tutto sommato si concilia anche a talune persone (numero minore di tre in ogni caso).

per poi tornare e ricordarsi che domani si lavora.






...ho trovato un grattaevinci non grattato.
e vinsi 10 euro.
esosamente rigiocai.

perdita totale.

ma ho perso davvero non avendo investito o è stata un'opportunità mal sfruttata??

le scelte sono un casino.

per fortuna c'è anche qualche certezza.

mercoledì 6 ottobre 2010

...lentamente scivola...

la percezione delle giornate.
passano, innegabilmente lente nel momento in cui le si vive, inesorabilmente veloci se si guarda al calendario e alle spunte che si mettono.
cambiano, tante cose e stiamo sempre a lamentarci dell'uguale per poi dire che l'imprevisto mette ansia.

viviamo di noie per poi non riconoscere positivamente il livello fisiologico di attivazione di fronte ad una novità.
non siamo capaci di essere ragionevolmente felici.
dobbiamo trovare quello che non va per sentirci liberi di andare avanti con quell'aria annoiata e lamentosa.


ultimamente noto che ci sono cose talmente irrisorie che mi rendono felice che sono pensieri filiformi ai quali la mia mente stanca si attacca per avere la parvenza di stare su di un arcobaleno.

andare in giro scalza.
leggere.
scrivere.
prendere un momento e dire grazie prego per favore.

una paziente che ti sorride e ti ringrazia.
una persona che ti dice che è contenta.
dedicarsi del tempo.

mi sono iscritta ad un mese di tiro con l'arco.
non lo fa nessuno
mi permette di stare e pensare

mi piace pensare che mentre passi il tempo a voler cambiare quello che ci fa lamentare non si guarda troppo da vicino quello che non ci fa lamentare.
ma quello diventa invisibile perchè tanto c'è.

e invece no, io voglio guardare, dalla mia gondola arenata la bellezza della mia venezia mentale tutt'intorno.

e si, basta prender la mia reflex e click click immortalare questi momenti meravigliosi.

ho scoperto, a 26 anni, che mi piace il cocco.

meraviglioso.

mercoledì 15 settembre 2010

pensieri intrusivi di una mente stanca

tendenzialmente vomiterei cuore anima e polmoni.
così da smettere di fumare e di struggermi.

di crogiolare nel dolore in posizione fetale, rendendomi conto di fare schifo, sentendomi un fallimento come donna, come persona, come tutto e restando immobile, senza voglia di far nulla, sentendo giornate che scorrono inutili e fanno di me una vecchia rattrappita triste e stanca.

questo è l'oggi.
che schifo.

sentendo che non vedo l'ora che sia sera, per rinchiudermi qui dentro, nel bunker.
senza voglia di parlare con nessuno.

solo con la voglia di sentire che il mio animo è ancora connesso sinapticamente e morbosamente a quel pezzo che mi sembra così lontano.

quando torni?
la nostalgia uccide, l'assenza fortifica ma lacera dentro.

martedì 24 agosto 2010

talvolta basta un niente

talvolta una canzone.
talvolta il cielo, il sole o quando il sole non c'è proprio.
ci sono giorni malinconici.
di quelli che ti chiedi che diavolo ci fai a fare quello che dovresti fare al posto di pensare perchè non lo stai ancora facendo ma tanto poi ti tocca.
mi sento su una nuvola, in una bolla invischiata in tutto questo delirio mentre vorrei stare ancora cinque minuti sotto le coperte sorridendo della nostra convivenza.
è la classica sensazione di rientro dalle vacanze, è così, potrebbe essere fisiologicamente descritta:
- problematiche relative al tono dell'umore;
- scarsa mobilità;
- basso consumo di energie fisiche;
- affaticamento cerebrale;
- difficoltà relazionali;
- crisi di pianto o tristezza cronica;
- comportamenti compulsivi legati ad oggetti feticci (scorrere freneticamente le foto di un posto di mare più volte al giorno);
- emissione prolungata di aria dalla bocca e dal naso come a produrre una sorta di lamento (dicesi sospiro continuo);
- sguardo perso nel vuoto.

se avete questi sintomi non c'è speranza.
io domani prenoto un altro altrove, non ce la posso fare.
e quando tornerò dall'altro altrove dovrò aspettare un anno intero?
no ma è da panico.

ho sonno.

martedì 13 luglio 2010

tendenzialmente punto alla mera realizzazione del me, ma fondamentalmente mi trovo bene anche nell'altrove.

che poi ci sono dei giorni che partono bene e continuano meglio.
nonostante la mia tendenza all'autolamentela compulsiva riesco anche ad esser felice.

come quando C.V. bussa alla porta del mio studio e mi porta in regalo una foto di noi due insieme di un anno e mezzo fa quando era al ricovero precedente.
e io posso sì autorealizzare il me, ma senza il te poco si avanza.

perchè quella foto è una meraviglia e mi ricorda un sacco di cose, tipo il braccialettino regalato alla dimissione e le mie lacrime commossa.

non ci puoi fare niente, quando una cosa la fai e ti piace, non c'è niente che ti fa sentire giù.
nonostante le sciocche lamentele sui miei tessuti adiposi e i miei skleri inutili sulla mia incapacità di abbinare vestiti decentemente.

c'è molto molto molto altro.
per fortuna.

mercoledì 30 giugno 2010

mi prendo una pausa

sono settimane che non prendo un momento per me.
fanculo.

mi fermo.
gongolo.

mi vedo al mare a sorseggiare un long island in spiaggia.
mi vedo a lucca alla premiazione del mio racconto.

ho vinto.
ho vinto.

ho vinto.

mi pubblicano, il sogno di una vita.

allora, ok, fermati e gongola.

ma ora torna in te, hai pazienti da vedere, la valigia per la settimana del master da fare e ale da correre a baciare appena puoi.
ripigliati, il momento per te è fondamentalmente finito.


ma per crogiolarsi nel piacere di sé basta anche un minuto.

giovedì 3 giugno 2010

stravoltamente incapace di mettermi emotivamente non sottostress

diario di una patella in tempesta.

sono fondamentalmente stravolta. damn!
vorrei una settimana di vacanze lunga due nella quale dormire mangiare e non preoccuparmi di sembrare una balena obesa con il tocco radical chic di un paguro.

sono stanca.
voglia di fare foto. sdraiarsi, non soffiarsi il naso ogni 4 secondi, rilassarsi, leggere, fare foto e talvolta un tuffo in acqua.

e invece.




ma essere tendenzialmente soddisfatti porta alla mera realizzazione di sé.
per quanto un sé come il mio possa sentirsi pantagruelicamente realizzato. son cose che fan pensare.

perchè poi dici: ma se ora tutto va esattamente come avevo previsto andasse, quando vanno fuori rotta le ipotetiche esperienze esistenziali sarà un delirio tipo lotta per la sopravvivenza?

non pensiamoci.
godiamo cicaleccicamente il tutto.

mercoledì 5 maggio 2010

mi sveglio, corro in associazione, inizio i trattamenti, mi sposto in ospedale, camice, mi prendo un caffè al volo, ricevo i pazienti, compilo cartella, correggo test, inserisco nel file, corri e metti gli appuntamenti nuovi, scappa e corri dal paziente domiciliare, esci e ci sono otto messaggi in segreteria, stai al telefono otto ore con qualcuno per qualcosa, torna a casa ti nutri e vai a letto.
oggi mi regalo un po' di social life.
mi addormenterò su di una panachè.
adorabile, non so se rendo l'idea.

A D O R A B I L E.

ho anche tempo per sigarette sporadiche, compiacermi, esser felice, mandare un sms e prima di uscire scrivere amenità da delirio di onnipotenza qui.
venerdì corri a parma, c'è il master.



meraviglioso.

giornate così sono da firma.

(sono fondamentalmente esausta. voglio dormire. ma si spreca tempo no?)

martedì 20 aprile 2010

un anno di borsa di studio come psicologo clinico in ospedale.
finalmente.

festeggio, consapevolmente me la merito tutta.

olè, una svolta, si incastra tutto, psicologo in studio, in ospedale e il master.
tutto incastrato. finalmente.

:)))))))

mercoledì 10 marzo 2010

dell'ignoranza, delle buffonate e di altre amenità

Verona, ore 8.40. Avrei un treno che ritarda a causa della neve o di altre varie ed eventuali motivazioni.
Salgo, Serena nel mio posto, con un nuovo intonso numero di ratman che mi porta Letizia gaudio e tripudio nel cuore. Mi accoccolo nel regno della scabbia trenitalia, persa nel mio universo mentale di umani con la faccia da scimmia e sorrido Felice, rilassata, con gioia retroattiva per aver dormito per terra con la kri a fianco e la kia che rideva di notte. Ci sta, si chiama benessere post laurea di Chiara.
Fino a che, la tranquillità viene spezzettata in minuscoli pulviscoli di follia e allontanata dalla mia umana sorte per colpa di un individuo di sesso maschile mediamente burbero e tassativamente insopportabile ( per non parlare del dubbio gusto in quanto a vestire ma non siamo qui a parlar di frivolezze). Tale essere vivente ( e Darwin mi chiedo dove metta le storie della sopravvivenza in certi momenti) comincia a sbraitare arroganti impropri stilisticamente e pragmaticamente inadeguati contro una ragazza di colore seduta in fronte a lui. Le motivazioni non le ho, sul momeno colte, ma giungono al mio apparato uditivo delle classificazioni talmente banali e oltremodo offensive che mi perplimo e cerco di mantenere la calma seppur devo ammettere che mi risulta difficile leggere ratman con uno che sbraita come un uomo del minareto, cosa che comincia a innervosirmi.
L'insulto alla suddetta passa dal 'torna a vivere nel deserto' ( va che non sai nemmeno di dov'è, omuncolo) a ' drogata' (mi sfugge l'inferenza per la quale giunse a tale appellativo) 'puttana' (idem come sopra), fino a giungere al meraviglioso e pomposo gran finale, l'iperbole dell'italiano medio 'sei del colore della merda'.
La ragazza, che poco di italiano capiva, tace, alza un pochetto la voce, spaventata si mette a urlare per concludere con un 'italiano vaffanculo' ( quasi cortese oserei dire).
L'uomo, di fronte a tale offesa si infervora e persiste nelle ingiurie, ma forse per stanchezza, cade nelle peggiori banalità 'puzzi perché non ti lavi' ( probabilmente alle elementari andava molto come insulto).
'mi sposto perché puzzi'
Ricordo che il tutto avviene mentre l'uomo urla e intervalla le ingiurie da frasi tipo 'tu non sai chi sono io ti denuncio e torni al tuo paese'
Quest'uomo pero, oltre ad aver disturbato la mia lettura di ratman( che non s'ha da fare) si mette a fianco di una vecchiarda che sta vicino a me; la suddetta si allea con il tordo e prende la situazione in mano dicendo alla ragazza 'non urlare e poi non mettere i piedi sul sedile'
Io, intervengo, perché non si può assistere a tale show patetico con tutti con gli occhi dentro nei libri che non leggono per non parlare.
'magari se stiamo zitti tutti e abbassiamo i Toni, tutti, sarebbe decisamente meglio'
Vecchia: 'e ma i piedi..'
'certo, glielo facciamo levare ma drogata e puttana non mi sembrano istruzioni esplicative'
L'ignorante, urlando: 'eh ma lei non ha visto sta drogataaaa!'
'non so cosa è accaduto e nemmeno mi interessa, ma si può mantenere un po' di pacatezza nei Toni e dissentire amabilmente se la ragazza la infastidisce, non trova!?'
'ooooh lei stia zitta che non sa quanto puzza'
' immagino che l'olezzo possa turbarla ma magari sono io? Sa, non mi lavo da due giorni eh? Pero magari se lo tiene per lei no? Sa magari ci si offende, eh. Vuole sentir la mia ascella? Che pagari puzzo anche io?poi magari usiamo le parole giuste, mette i piedi sul sedile? Si dice maleducata non puttana o drogata, a meno che lei non abbia informazioni statisticamente attendibili per dire cio'
' eeeh ma io sono stato attaccato e lei ora la difende'
' io non difendo, suggerisco una modalità di comunicazione migliore'
' sa perché l'Italia va male?? Perché è piena di crocerossine come lei!!!'
La vecchia: ' anche Mauro del grande fratello lo odiavano tutti ma poi ha vinto'
Psicotico: brava ottimo parallelismo
' sentite, stiamo sereni e calmi e basta'
e lo psicotico borbottò per tutto il viaggio 'crocerossacrocerossa'.
Mi sarei dovuta offendere?
Il controllore giunge, l'uomo urla e io garantisco che sta enfatizzando.
La ragazza spaventata cambia posto. Io resto con l'idiota. Borbotta 'io vivo anche a Parigi e sono tollerante, crocerossa'
'io no'.


Devo smetterla di prendere i treni. Mi è inevitabile intervenire quando idioti aprono bocca. Mamma mia.

Certo che se vive a Parigi mi tengo ben lontana dalla ville loumiere. E il silenzio dei passeggeri?

Che tristezza, povera Italia. Ma io sono solo la crocerossa, eh.

Che poi, disturbatmi mentre leggo ratman è un affronto, che non accada mai più.

martedì 9 marzo 2010

c'è che ci sono giorni nei quali tutto scorre, un lento divenire.
talvolta c'è una sensazione nell'animo, che pervade corpo e mente e che non permette di lasciarsi andare.
talvolta c'è quel senso di responsabilità e dovere che blocca tutti i sogni post adolescenziali di chiudere baracca e burattini e servire muffin ad un cafè.
che poi sono certa che quello che faccio mi piace, ma ogni tanto necessito di pensare che, se non ce la facessi più, potrei fare esattamente quell'altro progetto mentale che mi frulla per la testa.
che poi i deliri sono più veri se li assecondi e noi stiamo sempre lì, ad accanirci che non sono veri e poi a pensare che lo sono.
vorrei fare la scrittrice.

mercoledì 3 marzo 2010






il fatidico problema di quando fai un viaggio è che quanto torni oltre ad avere il portafogli fondamentalmente vuoto hai una estrema consapevolezza che, dove vivi, è una tristezza colossale.





questa Star che sta sempre intorno a me e che fa un po' vodafone, e che da casa mia si vede, col suo bel fabbricone e ti fa sentir odor di brodo e dadi dal mattino, lo stemmone della galbusera e l'autostrada a4 che roboante mi rompono i coglioni.





torni a casa da un viaggio e pensi, che amarezza.










torni a casa, dopo due giorni che ti svegli e scendi in strada e la vista è fondamentalmente questa









e si, diciamo che sale quel senso di meravigliosa nausea che necessariamente ti dici "ma perchè?"





oggi già m'è passata e fingo fondamentalmente di trovare delle gioie mentre percorro col pandino la tangenziale est.



wow.





punzecchiamomi il cervello cercando aree fiere d'esser brianzole. non ne trovo.



paris, berlin, london.



let's take a choice.



non si può viaggiare sempre?



voglio scrivere le lonely planet.





per fortuna ci sei tu.



che mi sveglio accanto a te e mi dico, fanculo al resto. ci sei tu.



sarà per questo che parigi era così bella?



giovedì 25 febbraio 2010

il problema dell'esser paranoici ed ipocondriaci allo stesso tempo sta nel fatto che per tot ore si rimugina sullo stesso avvenimento senza cavarne un ragno dal buco.

il problema dell'esser paranoici ed ipocondriaci ma soprattutto consapevoli sta nel fatto che sai benissimo che il rimuginio è del tutto inutile e che no, tendenzialmente non morirai per qualcosa che non ti sta facendo passare a miglior vita, e fondamentalmente sai benissimo che sono palesi stronzate tutti questi pensieri.

nonostante l'esame di realtà conservato e l'autocertificazione della propria instabilità mentale non si riesce a uscire dall'assurdità delle produzioni delle proprie connessioni neuronali.

la mia amigdala, centro neurale delle emozioni e giùdilì, è da rottamare.

perdinci.

martedì 16 febbraio 2010

varie ed eventuali.
non mi rendo felice quando sono opprimente.

petulante.
pesante.

devo cominciare a pensare ad un equilibrio che possa non nuocere gravemente alla salute.

insomma, devo cominciare a vedere in me aggettivi che non siano solo negativi.

lunedì 15 febbraio 2010

stanchezza e necessità di calore.
ma l'estate dov'è?

giovedì 11 febbraio 2010

ci sono giorni che mi sveglio totalmente inadeguata.
che due coglioni questo senso del dover essere onnipotente.
mi fa venir la nausea anche solo le la lavastoviglie lava male una tazzina.

venerdì 5 febbraio 2010

somewhere. over the rainbow

ci sono giorni che la neve fa girare il cazzo.
o forse non è la neve.
o forse mi devo mettere a letto, con un buon libro e poltrire.

martedì 2 febbraio 2010

ci sono periodi nei quali la socialità si riduce al minimo.
sarà il freddo, sarà che gira che ti rigira le persone sono tutte uguali.
sarà che si, hai voglia di vedere gente e scambiare quattro chiacchiere ma poi sempre le stesse cose, le stesse frasi, le stesse argomentazioni sul quotidiano qualsiasi.


tutta colpa dell'inverno.

già questo venerdì ci si dà ai concerti da ggggiovani.
yeah.

lunedì 25 gennaio 2010

e poi penso.


che ho lui.


e tutto il resto non conta niente di niente.
sei le mie soluzioni istantanee, la risoluzione felice di tutti i pensieri.

:)

la desolazione

momentaneamente persistono nella mia mente pensieri pari a bestemmie di fuoco.
accanitamente ticchetto con le dita sulla tastiera nel tentativo di riuscire a trovare una maledetta scuola di specializzazione che non costi eccessivamente.
sklero e cerco scuole che non mi facciano dilapidare un capitale e non esistono.
scuole che non impongano strane magagne.
scuole che non ti precludano qualsiasi altro desiderio di vita.
scuole che non mi impongano di non poter pensare ad andare a vivere da sola.
scuole.

perchè io vorrei pagarmi una scuola che è troppo costosa.
vorrei avere la possibilità non solo di formarmi professionalmente ma anche di poter sperare nel mio futuro.
che palle.

momento di intolleranza.

giovedì 21 gennaio 2010

http://www.flickr.com/photos/alberodeglizoccoli/



mi diletto facendo scatti casuali.

am bim bo


metterei le coperte a mò di capanna sopra la scrivania e mi ci ficcherei sotto come i bambini durante i giochi simbolici.
ho bisogno di saltellare ad un concerto bevendo birra fresca, stare col muso sotto la pioggia senza prendere necessariamente un raffreddore, ascoltare la musica con le cuffie, fare foto e camminare altrove, senza dover pensare di raggiungere un posto, vagando a casaccio nell'immenso vorticoso dei miei pensieri casuali.
sorridi al vento.
ma oggi sto cielo è grigio.
e non mi piace neanche un po'.
l'azzurro dov'è?
beh, prendo lo spray e ci dò del mio.

martedì 12 gennaio 2010

feeling sad.

le discussioni mi sfiancano, ma la mancanza di chi sa di potermi mancare è lancinante.
sono un'inguaribile pesante ragazza che necessita abbracci e presenza fisica.

sono una piattola.
alle volte mi infastidisco da sola.

giovedì 7 gennaio 2010

dondolo lentamente tra l'inerzia del non voler fare e l'antisocialità del non voler comunicare


ci sono di quei giorni in cui metteresti la testa sotto la terra come gli struzzi.

ci sono momenti in cui rifletti sul mondo e sei contrariata delle cose che accadono.

tipo il premio nobel, per dire.

quello sulla pace, intendo.


ci sono giorni come questo, ecco.

dove sbadiglio e mi rifugio nelle pagine ingiallite dei libri.


rasserenanti isole paradisiache di parole sussurrate tra me e me.
voglia di tornare alla mia libreria preferita.

lunedì 4 gennaio 2010

searching for

http://www.raccontinellarete.it/?p=2378

ci sto provando, vediamo che ne esce.