domenica 4 gennaio 2009

la propria felicità implica sempre l'infelicità altrui.
è sempre un contorto discorso da cane che si morde la coda, da mors tua vita mea.
non credo ci siano grandi soluzioni ma sono una passiva accettazione dell'inversamente proporzionale tra mio benessere e benessere altrui.
stallo di entrambi o tendenza agli estremi.
ho preferito malignamente di essere felice.

non me ne vanto, la mia felicità ha creato vortici di sofferenza ineguagliabili.
è forse una felicità opaca quindi?
meno reale?

non voglio pensarci.
ma vorrei solo che il mio sistema non fosse tanto in interrelazione con altri sistemi.
non voglio dipendere o dominare stati emotivo psicologici altrui.

io vorrei solo essere.

me.

ma in fondo è il 2009, e ste stronzate le scrivo almeno dal 2001.
se non cambia un cazzo, inversalmente o direttamente proporzionale poco conta.
facci l'abitudine.

il mondo va sempre nel peggiore dei modi che può venirti in mente.

(per ora no, ma non si sa mai, il futuro è infinito. c'è sempre un agguato dietro l'angolo)

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