giovedì 30 ottobre 2008

rinforzo positivamente i miei esiti di traumi psicologici per rendermi conto che quello che sono non è un prodotto del livello interazionale ma una scelta ponderata su quello che tecnicamente vorrei poter essere.che poi anche i desideri e le aspettative mutano in maniera credo impercettibilmente infinitesimale dandomi quindi la parvenza di aver chiarezza nel cambiamento e non facendomi rendere conto che la modifica non è che un'erosione graduale del sistema Me. che poi erosione è sinonimo di smussamento di pietre e livellamento quindi ponendomi come presenza granitica mi smusso ma perdo pezzi che scivolano a favore di una maggiore rotondità non fisica ma mentale.ma a cosa porta tutto ciò?a parte al blatericcio senza senso che però io capisco non trovo idee che mi servano nella relazione duale (esiste duale, mi piace) ma in tutto questo mal che vada terrò un comizio sulla mia non empatia motivazionale nei confronti del nessuno ipotetico mostro vivente sotto il mio calorifero. ok basta esco.
che anche il mostro è a fare l'aperitivo e quindi non ho una conferma sperimentale alla mia ipotesi.

martedì 28 ottobre 2008

mi rendo conto.

che non è facile.
non è facile non sentirti.
non è facile decidere dall'oggi al domani che no, non ti posso scrivere.
non lo è perchè non è naturale.
ma so che scriverei più per egoismo. e già lo sono abbastanza in questo periodo. ti scriverei per dirti che piango che mi strappo i capelli, che rileggo vecchie lettere, che riguardo foto.
e che non riesco, nonostante tutto questo a sentirmi quello che ero, quello che eravamo.
mi sento sterile, priva di scopi. mi accendo, zac, otto ore più due eventuali di lavoro e poi mi spengo.
triste sconsolata cerco di capire cosa mi ha portato a questo e non ne ho risposte certe. non so cosa pensare, non so cosa dire.
vedo me nel mio letto vuoto per tutta la vita e so che non c'è niente che non va, so che non c'era niente che non andava e so quanto male ti faccio ora, coi miei dubbi, col mio buttiamoci senza paracadute verso morte certa.
piango tutte le notti per il soffrire che ti regalo gratuitamente, senza che tu mi abbia mai imposto niente.
e so che non cavo un ragno dal buco.
a parte dell'acne adolescenziale che non ho mai avuto nella vita e che negli ultimi giorni mi assedia oltre agli altri eventi psicosomatici che il mio corpo esprime con disagi fittizi anti pensiero.
in tutto questo però credo che la mia solitudine sia il meno peggio di tutto quello che mi sta accadendo. e riallaccio rapporti con me stessa.

che mi odi metà mondo è palese. mi odierà presto anche la metà che mi ama. faccio solo casini.

(che poi oggi sto bene. ho visto anna.)

sentirsi lombrico

tutto questo scavare porta ad una simbiosi con quei piccoli vermicelli orribilmente poco glamour (causa nudità e poca pudicizia) che si intrufolano nel terriccio e scavano scavano scavano ma per cosa poi.

solo che probabilmente io posseggo decisamente meno utilità sociale, chiaro, palese, lampante.

ovvio che non sto bene; logico che la mattina mi svegli e mi venga da scrivere uno/infiniti messaggi che non devo scrivere. ma questa è anche questione di affetto e abitudine. mentre nei confronti di me stessa forse non ho ancora capito quali sono le abitudini.
dovrei dirmi che mi voglio bene, al posto di continuare a farmi male.

ma in fondo masochista lo sono sempre stata, non è che ci puoi fare niente. è come nascere moro. puoi tingerti di biondo ma tempo zero la ricrescita si vede e le sopracciglia ti fanno mostrare per quello che sei. un cazzuto personaggio coi capelli neri.

quindi io non sono semplicemente mora, ma anche masochista. e posso nasconderlo con la mia aurea di buonismo dell'aiutiamo il popolo presto volontariato ospedale amici accorro sempre io ma in fondo mi piace potermi fare del male sovraccaricando il sistema fino a sentirmi tirata da una parte all'altra del mondo priva di senso mentre mi rendo conto che il mio intestino non è più piegaticcio ma è del tutto stirato per permettere la mia compresenza in due luoghi leggi ubiquità.

non sono gesù cristo. quantomeno forse dovrebbe entrarmi in testa, che tutte ste manie di onnipotenza mi fanno realmente pensare che io possa redimere i peccati del mondo.
devo invece redimermi io, per le mie di minchiate.

il mio stomaco da dentro tira pugni del tipo "hai rotto lievemente i coglioni".
la nausea fa urlare al mio cervello "si ma oh, adesso basta".
i miei neuroni sono fottuti causa danno generale da tilt di tutte le pompe sodio-potassio.

non ci sono che un mucchietto di cose di me che assemblate fanno una me casuale che si sposta.
io non sono questo, io sono il sistema che non deve più essere in tilt. e nella sfiga sono anche l'operaio specializzato alla sistemazione.
ma nessuno deve giocarci ora. nessuno deve usare.

sono in manutenzione.

e l'idea mi nausea.
ma se non mi aggiusto finisco dritta in discarica.

domenica 26 ottobre 2008

mi sto dedicando un po' di tempo, mi sento tranquilla. mi sveglio la mattina e mi sento come ovattata tra i pensieri. mi sento che il negativo scivola via. mi sento come se ci fosse il sole.

cammino con oliver tra i campi e sento che mi piace, che ci possiamo sedere in un prato, guardarci.
mi piace camminare con lui, è un cane che mi ascolta. che poi di solito tutti ascoltano ma lui ha quegli occhi un po' tristi, un po' velati che in questo periodo sento un po' miei. e lo accarezzo sussurrandogli che capita di essere tristi ma che prima o poi passa.

perchè oggi finalmente, dopo mesi sono andata a passeggiare al parco di monza. ed erano mesi che volevo regalarmi un pomeriggio li.
erano mesi che volevo fare un giro.
mesi che mi andava di sentire il rumore delle foglie, vedere lo scrittore, annusare l'odore della nebbietta sul prato.

camminavo con il sole tra i capelli, parlando in tranquillità, pensando senza mettere necessariamente i neuroni in guerra tra loro. niente bombe psicologiche su me stessa, niente bombardamenti all'encefalo.

oggi erano veri sorrisi. e mi piace.
mi riabbraccio la mattina.

è da tanto che non succedeva.

martedì 21 ottobre 2008

le zanzare non muoiono mai?

ho bisogno che crepino tutte. non dormo la notte, non riposo. non vivo.
di giorno mi sento uno zombie in camice bianco che risponde agli ordini come automatismi necessari a non collassare in un buco nero di brutti pensieri. c'era un tempo in cui mi sentivo felice la mattina.

per questa settimana i pensieri sono solo inerenti ai dilemmi esistenziali del post adolescenza sul dove come quando perchè cosa farò nella vita ma in fondo anche fa niente non possiamo pensare a tutto.
non è che le cose sono cambiate. sono cambiata un pochino io in un pochino di cose cambiate.
è stato una di quelle cose tipo tre alla terza. che sembra solo un 3 su un 3 ma in realtà calcolato viene fuori un casino.
non è mica il caso di scherzarci, con le potenze.

sta di fatto che ci sono le zanzare in camera mia.
è giunto il momento che le uccida da sola.

che stia un po' qui, sul balcone, come oggi, seduta per terra da sola, con una sigaretta in mano, con lo sguardo perso nel vuoto, a dare nomi a nuvole a forma di elefante.

senza pensieri, perchè quando ne hai tanti durante la giornata la sera vuoi solo non dover pensare a nessuno.
e mi sento cattiva, e mi sento come se non fosse un mio diritto.

ma me lo devo, perchè da dentro sento qualcuno che me lo reclama a gran voce, questo momento tutto mio.

sarà difficile.

giovedì 16 ottobre 2008

massacro i miei ultimi neuroni in una danza a spigoli senza cercare di fermare il male che possono farsi.


perchè vietarsi il dolore quando questo può insegnare?


perchè credere di toccare il fondo quando ti rendi conto che sei in caduta libera e in questo cerchi di afferrare con le mani i bordi del pozzo sfracassandoti i polsi?


frantumare certezze è sempre stato un mio hobby. stufarmi degli hobby è mia attitudine. eppure di quello non riesco mai a farne a meno.


sono un mostro colorato con il camice da salva bambini quando ogni tanto dovrei salvare qualche pezzetto di me.

oggi però mi sentivo capita da un'autistica.


il che dice tecnicamente tutto.


che vita.


magari domani c'è il sole.

ma visto il tempo di questi giorni spero nella pioggia, magari lava via un po' tutto.



mi mancano un sacco di cose. è come quando perdi i pezzi del puzzle e li cerchi sotto il letto.

dove sono finiti?

eppure. in tutto questo, sorrido.

sono pazza.

venerdì 10 ottobre 2008

senza consapevolezza.
cado.
nel niente nel tutto.

ascolto canzoni pirla.


pensieri.
nuvole.
sole.

come la bimba che ero sorrido.
me lo devo.

ma capire, questo forse non è ancora il tempo.

però sorrido, perchè mi capisco, qualche volte. meglio di ieri, meglio di niente.

martedì 7 ottobre 2008

l'ovetto delle winx.


punto.

che poi anche la canzone non era male.
oh my gosh, sono un mix tra turke e cox.


scrubs insegna, sempre.
se dovessi diventare bob kelso allora ditelo.

giovedì 2 ottobre 2008

a parte che a 25 anni (quasimamenesentodiciottoquindishhh) non posso avere ancora l'apparecchio.
per dire.

a parte che a 25 anni (.....) dopo anni di apparecchio lo perdo ancora nel letto la notte.
e cmq di notte basta zanzare please.
se questa è la punizione allora non ci sto.

sonno sonno sonno sonno sonno sonno sonno.
oggi vado, cioè andrei, cioè tra poco probabilmente finalmente letto.
niente ana cabana a urlarmi inspira espira per un po' di sano autentico pilates da dvd ma insomma, un libricino e tanti saluti.

niente zanze.
voglio parlare ggggiovane.
come quando scrivevo sulla smemo.
che per dire, le ho tirate fuori ieri.

ho riso.
ero un esemplare da tabboz simulator.
sono gioie non indifferenti.

e si che non ero nessuno.

ora che sono dio devo convincere qualcuno a scrivere la mia bibbia e a fare qualche simpatica guerra per me.

aspè, telepatia mode on.

questo messaggio si autodistruggerà se comincerete a fare cose idiote nel mio nome.
io non mi immolerò per i peccati di nessuno, sia ben chiaro dalla genesi.
perchè ti rendi conto che è mattina è stai scrivendo a caso su un blog che leggono si e no due persone oltre a te?
perchè sappiamo entrambe che scrivi per il piacere si sillabare?
perchè non è normale che ti sei svegliata dicendoti proverbi sul tempo per poi valutarne l'incoerenza?
chi ha tempo non aspetti tempo ma diamo tempo al tempo.

continui a tergiversare e la tua vita prosegue dove l'hai incanalata.
brava.
diagnosticati il narcisismo, almeno sai che hai.

ma io sono narcisista.

e quindi?

niente, volevo sgridarmi (ti) per qualcosa ma non ci riesco.
al posto.

per stavolta niente voto ma la prossima eh.


che poi insomma, tic tac.